domenica 25 luglio 2021

TRAVEL TRAILER: Tra i colli dell'isola d'Elba

In cima al Monte Capanne

Panoramica a 360° dal Monte Capanne

 

L'evoluzione ormai è scontata, tra i mille posti che ho potuto raggiungere sempre partendo da casa a piedi credo di essere arrivato ad un limite perché non mi resta più molto di interessante da esplorare sempre col via dall'abitazione. Quindi con questa avventura do il inizio ad un nuovo modo di fare lunghe percorrenze a piedi, trasformando questa passione in TRAVEL TRAILER, perché il posti al mondo da visitare a piedi su distanze imponenti sono tantissimi, infiniti!

Tour Isola d'Elba da Lacona a M. Capanne

 

Veniamo alla percorrenza all'Isola d'Elba. Il giro si è svolto il 24 luglio 2021 con partenza alle ore 5.45, dal camping Stella Mare di Lacona(lido Capoliveri). Quindi è iniziata la percorrenza seguendo il tracciato realizzato la sera prima al computer e caricato sul GPS da polso. Per me il GPS da polso è uno strumento insostituibile che mi permette di cimentarmi in escursioni mai viste o provate prima in modo abbastanza immediato ed agevole. L'utilizzo sul posto di una vecchia cartina ogni volta che si ha un dubbio sul tragitto interromperebbe troppo spesso la percorrenza e diventerebbe difficile restare entro tempistiche accettabili.

Il tour dell'Isola d'Elba fatto in direzione Monte Capanne si è presentato subito tortuoso e ricco di salite ripide su sentieri poco scorrevoli, ricchi di massi e profondi solchi lasciati da moto e dallo scorrere dell'acqua piovana.

Al principio dopo una brevissima illusione di 'velocità' mi sono trovato di fronte alla prima ripida salita e poco male quando sei ancora fresco e pieno di energia superi in scioltezza tutte le difficoltà. Il bello però viene dopo.. Superata la piccola pianura di zona Lacona inizio la ripida salita verso il Monte Barbatoia(359m), passando da Serra del Pero. Raggiunta la cresta, in questo punto si intravvedono tra gli alberi i due versanti di mare agli opposti del isola. Vado avanti e costeggio la cima del Monte San Martino(370m) con una progressiva direzione in salita. Sono sulla GTE(Grande Traversata Elba). Raggiungo il sito montano 'Costa del Gualdarone' e le foto volano. Da qui inizio a perdere quota con una discesa abbastanza scorrevole, una delle poche dove riesco a correre su sentiero. Arrivo all'abitato e mi trovo in località Literno, costeggiando su un sentierino pianeggiante la 'Via per Portoferraio', con un imprevisto sul percorso: un cancello bello grosso nel bel mezzo di una strada segnata sulla carta! Lo scavalco.

Areoporto di La pila visto dai colli

Monte Capanne in lontananza

Tipico Tratto di sentiro ripido dissestato

 

Inizia una nuova salita passando per Vigne Giunche seguendo lo sterrato per 'Via dei forcioni' fino a Poggio San Prospero(402m). Da qui inizia un fitto bosco con una ripida salita che mi porterà sul Monte Perone(603m), Luogo stupendo ma rovinato dai grossi ripetitori telefonici(realtà diffusa su molte cime dell'isola). Poi attraverso un luogo adibito ai picnic, con molti tavoli e un piccolo rifugio in legno chiuso. Guadagno ancora quota e arrivo al Monte Maolo(750m) e poco dopo scordo ad un bivio di controllare il GPS e sbaglio strada dirigendomi per un buon chilometro in salita verso il Monte Le Calanche(che incrocerò al ritorno) e mi rimetto sulla via tornando indietro. Sono al limite della vegetazione isolana e iniziano lunghi tratti di impervie pietraie al bordo del dirupo. Salgo ancora e qui arrivano le vie ferrate ai piedi della cima del Monte Capanne(1019m) che con un po' di arrampicamento ne raggiungo la vetta. Là ci sono molte persone e scopro da li a poco anche il motivo: è presente un cestellovia. Arrivato su mi siedo sul masso più alto di tutti e inizio con qualche ripresa e foto panoramica. E' bellissimo osservare il mare tutto intero e vedere nettamente il contorno di tutta l'isola. L'Italia da un lato, L'isola Capraia e altre isolette dell'arcipelago Toscano. Panorama mozzafiato, sembra di essere in cima al mondo su questa piccola Isola d'Elba! Vado alla ricerca del Bar ma è chiuso, un po' di sconforto perché mi resta meno di mezzo litro d'acqua in borraccia. Passo cosi da un sorso ogni 30 minuti ad un sorso ogni ora. Non è facile resistere ed andare avanti nonostante tutto, il caldo è forte(stimo 35 gradi) ed il sole picchia.

Dopo il Monte Capanne intraprendo la via del ritorno, che è differente da quella dell'andata, più impervia. Ripercorro le ferrate ed inizio una fitta serie di altre cime consecutive. Quindi sulla cresta attraverso molti massi proseguo lentamente ma con molta attenzione ai pericoli, raggiungo il Monte Calanche già citato prima(905m) e sempre sulla cresta arrivo alla cima del Monte Tiratoio(810m). Da questi colli vedo valloni da un lato che vanno verso il mare e un profondo dirupo dall'altro lato. Attraverso una ripida pietraia e raggiungo Masso della Quata(746m), luogo secchissimo dove però scorgo delle antiche costruzioni in pietra, rinforzate in tempi più recenti credo con cemento armato. Qui trovo anche delle coppelle che forse sono state realizzate dall'uomo per raccogliere la poca acqua piovana. Vado avanti per svariati chilometri e la temperatura diventa insopportabile. Solo cespugli secchi e pungenti ma qui in qualche tratto riesco a correre anche se sono molto disidratato.

 

Foto a 180° durante la salita

Indicazioni varie

 

Resisto ancora un po' ed arrivo nel primo paesello dalla discesa dal Monte Capanne e trovo la tanto desiderata fontana a San Piero di Campo(250m) e mi butto letteralmente sotto, bevo non so nemmeno io quanto, riempio le borracce, mangio qualcosa. Attraverso lentamente il paese perché dopo tutta quell'acqua tutta insieme so che è meglio aspettare a correre, pena problemi di stomaco... Succede spesso agli atleti poco esperti. Dopo una ventina di minuti riabbraccio brevemente l'asfalto e riprendo a corricchiare, poi nuovamente su sterrato, trovo una bella Chiesetta che fotografo senza fermarmi troppo. Incrocio il fiume asciutto Fosso del Bovalico ed entro in un nuovo comune(Marina di Campo), ormai sono sulla costa al livello del mare.

 

Chiesetta tra San Piero e Marina di Campo

E' strano come in una situazione marittima si guadagna e si perde dislivello, spesse volte si arriva a livello zero(sul mare), una situazione insolita per chi come me, è abituato alle alte quote alpine della Valle Po. Era già un po' che sognavo un bel caffè e una bottiglietta di acqua frizzante. Così proseguo lungo la costa e scruto i locali alla ricerca di una bar. Trovo un chioschetto pieno di gente e mascherina in viso mi fermo, così approfitto per raccontare la mia avventura alla barista e colgo l'occasione per chiede qualche informazione sul tragitto che mi resta. Mi gusto il tutto seduto a un tavolino da tranquillo e poi riprendo a sgambettare a buon passo corrichiando, attraverso la poca pianura presente e riprendono in men che non si dica le salite, ripidissime tanto per non perdere l'abitudine.

Visuale

 

Sono verso la fine dell'avventura ormai ma i colli non mancano affatto! Oltrepasso Colle la Foce, il sentiero in questo tratto è davvero disconnesso, massi enormi che sembrano scalini disorganizzati. Ancora un lungo tratto e raggiungo un nuovo ripetitore sul Monte Tambone(377m), qui faccio una pausa forzata per mangiare e soprattutto per ricaricare il mio preziosissimo GPS con la batteria tampone. Approfitto per fare anche una telefonata. Passano circa 20 minuti e la batteria del orologio ha di nuovo vita nuova. Ritiro tutto nello zaino e riprendo il tragitto avvolto dalla nebbia. Inizia una copiosa discesa ed inizio a vedere in lontananza la mia spiaggia(Lacona) ed in fondo il lido Capoliveri. Non mi fermo più, sbaglio strada ancora una volta per circa 600m ma poco male e riprendo subito la via giusta.

Vista verso il Mare

La costa in lontananza

 

Raggiungo così lo stradone, mi posiziono sulla ciclabile di Lacona e attraverso tutto. Salita verso il campeggio e intanto registro l'ultimo video. In 12 ore e 20 minuti termino questa avventura non lunghissima ma molto concentrata nei dislivelli, infatti sono 41km con ben 5106m di dislivello complessivo! Foto di rito davanti al camper e poi meritato riposo. Devo dire che le vecchie basi create con la strategia del Monoallenamento per l'ultratrail non hanno mancato di manifestarsi efficacemente... Molto soddisfatto, anche perché in una vita di lunghe percorrenze a piedi le ginocchia sono ancora sane, cosa che anche per limiti d'età è rara!

Arrivo

 

In una prossima occasione sarà sicuramente da svolgere il tour sull'altro versante dell'isola con Portoferraio, Monte Calamita, ecc...

VIDEO YOU TUBE LIVE, PER VISUALIZZARLO SEGUI IL LINK:

https://youtu.be/L31y6SQ7M8E

 

Dettaglio cartografico ViewRanger:

https://my.viewranger.com/track/details/MjAxNjM3ODA=


Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai miei articoli ultratrail e trail:

 


sabato 10 luglio 2021

Avventura di 95km a piedi nel Roero, da Envie alle scuole di Canale, Vezza d'Alba e Govone.


Tragitto Envie, Canale, Vezza, Govone

Percorrenze a piedi in solitaria... per svolgerle bisogna sempre rubare del tempo al tempo. Alla fine però cos'è un giorno dedicato a qualcosa che ci piace, che danno può fare? Si è vero avrei da studiare per preparare esami di osteopatia, oramai tutto il mio poco tempo libero è dedicato a questa passione. Nonostante tutto sono mesi che ho in testa di mettere insieme questa lunga percorrenza a piedi nel Roero per chiudere un bel periodo di insegnamento in luoghi così lontani da casa. Volevo già realizzare l'uscita a piedi la settimana scorsa, subito dopo gli esami di terza media ma a causa di alcuni impegni sono arrivato allo start solo ieri, venerdì 9 luglio 2021.
Sole che sorge poco dopo la partenza

Sono partito alle 5.25 del mattino, sempre in ritardo come al solito, dato che l'idea era di iniziare alle 5.00 ma si sa che non riesco mai ad essere puntale. Poco male, l'importante è varcare la porta di casa e dopo quella prima soglia il più è fatto e non si torna più indietro.
Quindi partenza da Envie, il sole ancora basso ed è stato bello vederlo sorgere dietro i frutteti. A quell'ora poche macchine per le strade e in men che non si dica ero già a Saluzzo. A quell'ora la vita urbana inizia a prendere il via pian piano. Attraverso la città e mi dirigo verso Scarnafigi, tutto stradone e correre oltre la linea del bordo strada richiede continua attenzione verso il transito degli autoveicoli. Quando sono in pianura progredisco con un'andatura alternata fatta di 5 minuti di corsetta e 5 di camminata veloce con bastoncini. Rifornimento d'acqua in una fontana di fortuna a fianco di una vecchia chiesetta ed attraverso Scarnafigi, paese dove conservo dei bei ricordi. Tra i particolari scorgo una vecchia scritta che riporta una frase di Mussolini rivolta proprio alla camminata(una strana coincidenza che riporto nelle foto allegate a questa descrizione).
Scritta curiosa a Scarnafigi

Oltrepassato Scarnafigi mi dirigo verso Monasterolo sotto un sole che inizia a farsi sentire e purtroppo l'unica fontana che ho trovato in Paese era disabilitata(mi danno sempre da pensare queste fontane 'rotte' situate proprio di fianco ad un bar!) ma pazienza proseguo. Qui lo stradone è decisamente stretto e lo spazio di percorrenza quasi non esiste, come lo è anche verso Cavallermaggiore, tratto chilometricamente imponente con traffico in deciso aumento, vista ormai l'ora di piena mattina lavorativa.
Da qui iniziano le deviazioni per evitare il traffico, a favore delle strade secondarie in campagna. In macchina per arrivare al lavoro percorrevo ovviamente la via più diretta ma a piedi è un'altra cosa. Certo il passaggio per strade secondarie ha aumentato sensibilmente i chilometri di percorrenza ma bilanciando bene le cose, non avere l'incombenza di tenere continuamente sotto controllo gli automezzi che non ti investano è uno sgravio non da poco che elimina molto stress.
Quindi da Cavallermaggiore in poi cerco di tenere la campagna, seguendo le indicazioni del mio orologio GPS, addentrandomi con piacere in luoghi mai visti prima. L'acqua inizia a scarseggiare ma me ne resta ancora qualche sorso verso mezzogiorno per fare un piccolo pranzetto, con qualche pezzo di formaggio e un paio di cubetti di cioccolata, mentre sono accampato sotto una pianta in un prato. Dopotutto il bello di queste percorrenze in solitaria è il vagabondare, mangiare dove capita e di tanto in tanto stendersi 10 minuti su una panchina all'ombra infischiandosene di tutto! Libertà.
Passati quei dieci minuti riprendo il tragitto e mi dirigo a Sanfré prima di raggiungere Sommariva Bosco come da tabella. Entrando in paese trovo un cimitero e così, in mancanza di altre fontane, ne approfitto per rinfrescarmi e riempire la bottiglietta. Sotto il caldo, dopo il contatto con l'acqua la mente e il corpo si rinnovano. Aspetto il passaggio a livello per il transito del treno, quindi un breve tratto di stradone ed entro a Sommariva Bosco. Ormai è pomeriggio, attraverso il paese, purtroppo per una svista non tengo più d'occhio la traccia GPS e sbaglio strada, così mi tocca tornare indietro e recuperare un paio di chilometri. Oltrepasso il paese ed imbocco nuovamente le campagne. Una strada molto fangosa, piena di mosconi e zanzare pronte a mordermi. Proseguo per una decina di chilometri ed arrivo a una piccola frazione dove trovo una chiesetta e una fontana. Oramai sono passate due ore buone dall'ultimo pasto e così approfitto per mangiare. Mi rilasso un po' all'ombra ma solo per i soliti 10 minuti, poi mi riattivo.
Ora arriva il problema più grande di tutto il viaggio! Continuo in mezzo alle campagne e ad un certo punto vedo una sbarra nel mezzo della strada senza edifici attorno, senza staccionate o cortile. Una situazione abbastanza anomala, con un citofono e così suono. Mi risponde una voce femminile che mi  avverte che mi trovo in una proprietà privata e che non posso passare. Così per quei pochi metri mancanti devo ritornare indietro e riorganizzare il tragitto perdendo moltissimi chilometri di percorrenza, oltre un'ora di tempo! Senza contare le energie consumate ed il morale che inevitabilmente si deteriora. Però si sa, quando si va così 'alla scoperta' tutto può succedere, dopotutto la cartografia GPS non indica questo tipo di problemi. Pazienza e vado avanti ricongiungendomi al tragitto molto dopo.
Entro a pieno titolo nel Roero iniziando a percorrere creste collinari in direzione Monteu. Il dislivello quando hai già 60 chilometri nelle gambe si fa sentire ma la volontà ti porta comunque a proseguire anche se il corpo ormai è allo stremo. Sento piaghe da sfregamento ovunque che mi danno fastidio, non ci penso e va meglio dopo un po'. Mi viene voglia di un caffè in mezzo a quel 'nulla', fatto di fitti boschi e piantagioni, di vigneti misti a noccioli, ognuna con un piccolo 'ciabot' nel mezzo. Molto caratteristico. Sono nuovamente senza acqua e il caldo è forte, terra arida spaccata dal sole. Qualche chilometro e trovo un piccolo parco con tavoli da picnic, la salvezza! Praticamente mi butto sotto la fontana e mi sento nuovo, se così si può scrivere. Bevo molto, forse troppo dato che a correre dopo sento la pancia gonfia ma poi con i minuti passa. Riesco a vedere in lontananza un bar ma per sfortuna è chiuso, con quella voglia di caffè che cresce. Non mi fermo e verso le ore 18.00 sono  a Monteu Roero dove finalmente riesco a fare quella tanto desiderata sosta al bar. Sono sporco e maleodorante. Un viso stanco, con fango ovunque. Scelgo il tavolino più nascosto e la gente mi guarda in modo strano, magari si chiedono cosa ho combinato... Non mi importa, qui credo di aver perso 20 minuti buoni. Proseguo ancora in discesa, le ginocchia tengono e resto sullo stradone, località Tre Rivi, vigneti sotto e tutto intorno. Bellissimo.
Sono stanco ma i pochi chilometri che mi separano da Canale mi danno forza, dato che sto per raggiungere il primo dei tre obbiettivi che mi ero prefissato per questa avventura in solitaria: la scuola di Canale dove ho lavorato. Raggiunta con oltre 75km di percorrenza.

Scuola di Canale

Entro in paese, mi dirigo verso la scuola, ormai il caldo è sparito dato che sono le ore 20.00, foto di rito con qualche parola a video poi riparto verso Vezza d'Alba. Un pezzo di stradone e svolto a destra verso la collina che oltrepasso per raggiungere la Scuola media di Vezza. Comincio a percepire il buio. Quando sei circondato dalle colline che fanno ombra, la notte arriva prima. Il GPS mi ha lasciato con la batteria scarica ma poco importa perché oramai qui conosco bene la strada, passando dalle colline allungo un po' e devo anche affrontare del dislivello ma va bene ugualmente, lo stress del traffico sullo stradone è assolutamente da evitare. Discesa finale e raggiungo la Scuola(il GPS prima di spegnersi indicava 82km, quindi stimo siano 83 a questo punto) circa alle 21.00, dove scatto anche qui la solita foto(che allego) e breve video descrittivo.

Scuola di Vezza d'Alba

Riparto verso Govone, è notte così indosso la luce frontale. Anche se sono stanco proseguo spedito. La paura della notte, di non essere visto dalle auto mi fornisce sempre quell'energia in più per andare veloce. Quindi Castellinando, Magliano, Priocca. I comuni scorrono veloci in quelle tortuose strade. Alle 22.21 sono nel cortile della Scuola di Govone ed è completamente buio. Foto di rito(allegata). A mente stimo 90km ma poi a casa ricontrollando il GPS su cellulare scoprirò che erano 95km! Tempo complessivo 16 ore e 56 minuti.

Scuola di Govone

Gli sbagli di strada, la scelta di passare per località di campagna, gli imprevisti vari hanno fatto si che il mio itinerario fosse circa 15km in più rispetto a quello percorso abitualmente in automobile. Non importa è stato ancora più entusiasmate!
Approfitto per ringraziare tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo lungo ma anche bel periodo di insegnamento nel Roero. Resterà nei miei ricordi anche perché qui ho avuto modo di ottenere la completa immissione in ruolo discutendo le mie argomentazioni davanti al comitato di valutazione. E' stata una bella avventura lavorativa in tutti i sensi, chilometricamente imponente, piena di soddisfazioni. Da settembre finalmente mi avvicinerò a casa.

 
LINK YOUTUBE VIDEO PERCORRENZA:
 
 

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