mercoledì 31 gennaio 2018

Ultratrail e velocità



Sembra un controsenso parlare di velocità in una disciplina incentrata totalmente sull'ultraresistenza! Tuttavia non è un legame così assurdo, infatti anche se in modo limitato è possibile incrementare l'andatura del passo in lunghezze che oltrepassano i 40km in montagna. Certo parlare di raddoppio del passo è quantomeno assurdo se si prende in considerazione un atleta esperto. Sul principiante i margini di guadagno invece sono molto marcati. Con gli anni solitamente la velocità nelle lunghissime percorrenze a piedi si stabilizza in modo pressoché irremovibile. Con i dovuti accorgimenti in fase di allenamento è oltremodo possibile aspettarsi un cambiamento del passo dal 10 al 20% rispetto alla velocità precedente. Non si tratta di esagerazioni ma di un semplice lavoro nel cambio della struttura delle proprie sessioni preparatorie. Concentrarsi sempre su percorrenze chilometricamente più lunghe ad ogni uscita può generare(anzi lo genera certamente) un rallentamento/stabilizzazione dell'andatura.
Le parole che ho appena scritto credo che 'dicano' già tutto, infatti sarà sufficiente un'organizzazione alternata tra lungo/lunghissimo e breve per ottenere un beneficio in termini di chilometri orari... Supponiamo di chiudere un'uscita di 8km, quindi la sessione dopo si passa a 16km. Ancora 8km e poi quella dopo ancora 24km, così regredendo a 8 per affrontarne una nuova la volta dopo di 35km. A questo punto si riprende tutto da capo.
Una tecnica che mi aveva fatto migliorare di un abbondante '1 km/h' sulla media al Trail del Monte Casto nel 2016! Inoltre cala molto il livello di stanchezza visto che esiste sempre la tregua dell'allenamento breve tra una sessione e l'altra. In quella breve però non è tutto 'rose e fiori', infatti sarà di assoluta importanza tenere un passo molto spedito. Mentre nelle percorrenze chilomentricamente maggiori non sarà necessario pensare a fare in fretta perché tutto avverrà in modo spontaneo. L'alta velocità degli 8km avrà delle ricadute del tutto inconsce per l'utente anche su distanze maggiori, permettendo così di chiuderle in tempi via via più brevi!
Ora sto riprovando la strategia che qui descrivo per affrontare la Marementana 2018, per la quale ho ancora qualche mese di tempo, dato che ho iniziato molto tardi gli allenamenti quest'anno, vista una serie infinita di problemi che ho vissuto da un pò di tempo a questa parte...
Tutto nasce dalla motivazione dell'arrivare prima alla metà di un certo giro per migliorare il passo. E' sufficiente credere molto di poter fare meglio nonostante le lunghe distanze ultratrail. La tenacia è la chiave per ottenere qualcosa nei termini sopra spiegati. Si tratta di un puro atto di volontà che il cervello chiede al corpo. Prima di uscire al mattino presto cerco molti pensieri sia di felicità che di rabbia, purché motivanti, e quando sono fuori cerco di mantenere tali idee e ripetermele di continuo. Tutta questa elaborazione mentale serve per evitare di far maturare altre 'visioni avverse'. L'impatto della mente sullo sport è tutto. Mi rendo spesso conto di pensare cose assurde, che se qualcuno le sapesse mi prenderebbe di certo per pazzo! Questo approccio però funziona e anche se si tratta di idee pensate dalla mia testa restano chiuse lì dentro, con la fondamentale funzione di creare grinta e velocità.
La scaletta delle uscite è questa:
1) 8km veloci
2) 16km blandi
3) 8km veloci
4) 24km blandi
5) 8km veloci
6) 35km blandi
- Il ciclo si ripete cercando di migliorare i tempi nelle uscite lunghe ma blande.
Aggiungo che la settimana prima della gara sarà bene usare il giro breve e veloce per incentivare il passo e non creare stanchezza nel pregara!
La Maremontana l'avevo già provata l'anno passato e quest'anno sono molto curioso di scoprire se grazie alla strategia di questo articolo riuscirò a fare meglio, sempre usando l'immancabile tecnica del Monoallenamento settimanale per l'ultratrail.

Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai miei articoli ultratrail e trail:



mercoledì 24 gennaio 2018

IL MIO AMICO CANE NELL'ULTRATRAIL


E' sempre bello vedere Macchia correre felice in mezzo ai boschi. Questa stagione è iniziata per me nelle uscite Ultratrail per prepararmi all'imminente quanto bella gara Maremontana, occasione ideale per far allenare il mio piccolo quadrupede. Lui parte sempre molto forte e si ferma spessissimo per aspettarmi, sembra una bomba che esplode talmente alta è la sua potenza. Per Macchia non ci sono grosse differenze tra salite o discese visto che va sempre alla grande! Vorrei essere come lui. Scrivo questo articolo non tanto per me ma per elogiare il mio amico che considero e tratto come un figlio anche quando sono a casa. Sono sempre stato affezionato ai gatti anche perché ne ho avuto uno che mi ha accompagnato da bambino per 22 anni fino alla mia vita adulta, e sono ancora molto attratto da loro. Due anni fa quando è arrivato un cucciolino di cane nella mia vita nemmeno lo volevo dato che mi era stato imposto da mia moglie. Nonostante ciò quanto ho iniziato a prendermelo all'età di sei mesi per fare alcuni brevi percorsi in collina è cambiato tutto da parte mia nei suoi confronti. In quel primo giro di 8km verso San Bernardo lo vedevo un po' impacciato però mi seguiva come un ombra è questo era per me già una gran soddisfazione. Quel giorno non c'era nessuno così l'avevo lasciato correre senza guinzaglio. Alla fine del giro poverino non ne poteva più perché la sua vita, a parte brevi passeggiate in paese, la passava in appartamento. Così l'ultimo km avevo dovuto prenderlo in braccio per tornare a casa! Vedevo che anche se era stanco era tutto soddisfatto di quell'esperienza condivisa come me. Da quel giorno, ogni sabato col Monoallenamento, appena vede che tiro fuori il materiale per l'ultratrail non sta più nella pelle e fa la guardia a zaino ed indumenti fino al mattino con la paura di non essere portato in montagna libero da tutto... Come me del resto!
Mentre corro ora lui sta davanti e conosce già bene ogni mio percorso. Nei bivi si ferma e mi aspetta e basta un cenno con la testa per fargli capire se andare a destra o a sinistra così prosegue subito. Inoltre lui oltre alla pura corsa aggiunge continui giretti nel bosco fuori dal sentiero, su pareti ripidissime, a volte lo vedo correre dietro molti animali selvatici e a me basta un verso, un 'NO' deciso e lui si ferma subito per tornare immediatamente. In certe occasioni lo vedo anche sparire in lontananza ma quello volte urlo il suo nome e poco dopo è già lì di fianco a me. In quei lassi di tempo fa talmente tanta distanza che pur essendo sparito dal davanti me lo vedo arrivare da dietro! Non so come faccia, eppure è sempre fresco ed allegro pronto a farmi ogni tipo di festa per farmi capire che mi vuole bene e senza di me non può stare. Poi riparte via con una velocità che solo lui sa tenere. E' bellissimo osservare un spirito libero così. Vedo le sue zempette procedere decise in mezzo agli ostacoli dei sentieri a ritmo coordinato nella più totale sicurezza del passo. E' in vero capolavoro.
Quando i tragitti sono particolarmente lunghi dell'ordite superiore ai 25km, a volte arriviamo a 40km. Più di quella distanza con lui non mi sono mai spinto per via delle strade con automobili di passaggio, fino a 40km però riesco a rimanere nel puro bosco selvaggio senza mezzi motorizzati, un miracolo di natura sulla bellissima montagna del Monte Bracco! Non appenai fermiamo a mangiare assieme, sfodero il mio cibo ed il suo restando tutti e due lì seduti a terra o su qualche masso vicini per gustarci qualche minuto di riposo, lui sempre con me allerta e pronto allo scatto per un nonnulla... Macchia mangia molto in fretta, come tutto quello che fa del resto, è così agitato e allora divido sempre la mia parte con lui per soddisfare quegli occhioni grossi e teneri che ha. Lui forse si approfitta un po' del bene che gli voglio ma a me ala fine va bene così visto che è una gioia vederlo felice.
La tecnica del Monoallenamento è utile anche a lui perché lo vedo migliorare uscita dopo uscita molto velocemente, più velocemente di me. E' una tecnica che funziona bene sulle persone ma sui cani forse è ancora più efficace. Lui fa proprio solo quello dato che per tutta la settimana è chiuso in casa ed esce 10 minuti due volte al giorno per i suoi bisogni. Credo che vedere il Monoallenamento dare risultati su una specie totalmente differente dalla nostra sia una prova di chiara dell'indiscutibile efficacia della tecnica basata sulla singola uscita settimanale per arrivare a percorre distanze estreme a piedi!
Macchia quando finiamo i giri arriva a casa stremato e dedica tutto il suo tempo al recuperare dormendo molto. Sarebbe bello che anche noi umani, se non fossimo costantemente vincolati dagli impegni quotidiani, potessimo comportarci così e dare spazio ad ampissimi tempi di recupero. Liberandoci da ogni stress come fa Macchia.

Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai miei articoli ultratrail e trail:

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