lunedì 31 ottobre 2016

Monoallenamento alla gara ultratrail del Monte Casto 2016






Sono contento di aver preso parte all'ultratrail del Monte Casto, una competizione di 46km davvero scorrevole e ricca di paesaggi variati.
Arrivato con il Camper sul posto la sera prima con la mia famiglia intorno alla mezza notte, quindi una bella dormita dopo aver parcheggiato e sveglia alle 5.15 del mattino con il vantaggio del cambio d'ora che ha fatto guadagnare 60 minuti di sonno! Cosa che dopo un sabato di lavoro, un viaggio di tre ore, la cosa... non guastava davvero visti gli imminenti 46km a 'zonzo' per le montagne!
Intorno alle 6.00 ritiro pettorale, in seguito allo start per le ore 7 con un 'pronti al via' puntualissimo. Dopo aver attraversato il paese di Adorno Micca(Bi) insieme a tutto il codone, è iniziata la salita boschiva verso il primo colle, il Monte Casto da cui prende il nome la gara.


Il terreno era molto corribile con salite dure a tratti per poi ritornare ad essere praticate in modo snello, con falsi piani e discesine. Le lunghe ascese alla fine erano tre, praticamente una ogni cima da raggiungere con la vetta più alta a 1500m. Non si sono raggiunti dislivelli eclatanti, però nonostante ciò erano presenti tutte le particolarità tipiche dell'ultratral. Davvero una bella gara. Se poi ci aggiungiamo una temperatura ideale che quasi non permetteva di sudare, tutto raggiungeva l'apice in quel bel 30 ottobre 2016!
In punti di ristoro erano molti e tutti ben forniti, così come il personale dislocato sul percorso... Davvero un evento ben organizzato. Ottimo lavoro Mau Scilla!
Per quando mi riguarda ho raggiunto con soddisfazione l'obbiettivo che mi ero prefissato per il Monte Casto, che avevo descritto nel precedente articolo dedicato alla preparazione con il Monoallenamento. Ovvero che avrei voluto mantenere una velocità media approssimativa di 7 km/h concludendo i 46km in circa 6 ore, cosa che è stata fatta in 6 ore e 34 minuti alla velocità desiderata. Una vera soddisfazione perché significa che la tecnica del Monoallenamento può essere utilizzata anche per ottenere considerevoli miglioramenti in termini di velocità oltre che di lunghissima resistenza. Un doppio beneficio che non guasta di certo!






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I bastoncini curvi utili per la salvaguardia articolare.

I bastoncini ormai hanno trasformato in modo indelebile il sistema di allenarsi e spostarsi a piedi, sia in pianura che in montagna. Esistono varie tipologie di bastoncini, senza dubbio però quella che colpisce di più è la versione curva Nw & curve, che per altro sto utilizzando da alcune uscite nei miei allenamenti ultratrail(vedi Monoallenamento settimanale). Da anni ho capito che il bastoncino nelle lunghe distanze è uno strumento fondamentale per la salvaguardia delle ginocchia, bassa schiena, oltre che un formidabile mezzo propulsivo grazie al coinvolgimento attivo degli arti superiori. Rendendo la camminata un attività completa per tutto il corpo.
Sto testando i bastoncini curvi con soddisfazione nelle mie lunghe uscite a piedi e mi rendo ogni volta conto che sono incredibili. Infatti il praticante li sfrutta istintivamente nella maniera corretta fin da subito, data la loro forma unica. Cosa che raramente succede tra gli escursionisti che sfruttano la versione tradizionalmente dritta. Con la soluzione della curva in prossimità dell'impugnatura tutto cambia invece, dato che anche il novizio di tale strumento dopo pochi minuti di pratica riuscirà ad utilizzarli al meglio nel gesto di spinta. Probabilmente questa configurazione ergonomica rende istintivo l'uso corretto del qui descritto supporto.
Inoltre questa particolare conformazione durante ogni pressione al terreno restituisce agevolmente energia al gesto come se si trattasse di una 'molla' che catapulta in avanti l'utente ad ogni passo!
E impressionante l'incremento di velocità dell'andatura che si verifica!
Ho potuto beneficiare fin da subito di questo meraviglioso bastoncino e sicuramente non lo abbandonerò più. Già dalla prima uscita, con solo pochi minuti di pratica, è già stato possibile per me usarlo in modo veramente produttivo. Un bastoncino da consigliare ad ogni ultrattrailer, trekker o semplice camminatore.
Destreggiarsi tra salite, discese e pianure può essere molto impegnativo oltre che logorante. Allora perché non distribuire il carico tra arti superiori ed inferiori? E' un peccato lasciare le braccia inerti durante le lunghe percorrenze a piedi come se fossero un peso morto, per questo diventa possibile attraverso l'uso del bastoncino curvo distribuire al meglio lo sforzo tra i quattro arti, con un netto sgravio a favore delle gambe. L'usura delle ginocchia è certamente uno spettro ricorrente tra gli escursionisti di vario genere e con un semplice accorgimento, aggiungendo un leggero supporto strumentale, si possono ottenere vantaggi sulla salute articolare dell'ordine di svariati punti percentuali.
Concludo sfatando il mito del bastoncino che toglie equilibrio quando si torna alla camminata senza. Questo non può succedere perché in ogni caso passiamo molte più ore a muoverci nella vita di tutti i giorni senza il bastoncino, così questo diventa un supporto utilissimo quando si è alle prese con il momento della nostra lunga percorrenza a piedi. Quindi al ritorno nella quotidianità tutto il fattore propriocettivo sugli arti inferiori si riattiva appieno!
E' proprio il caso di approfittarne, soprattutto perché al prezzo di una piccola spesa e possibile ottenere un grande beneficio!

Con i bastoncini NW&Curve alla partenza del ultratrail del Monte Casto

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mercoledì 26 ottobre 2016

Verso il Trail del Monte Casto 2016 - Tentativo velocità!!!

Il 30 ottobre porterò il Monoallenamento all'ultratrail del Monte Casto, una gara di 46km nel biellese. Si tratta di un 'territorio' nuovo dato che per me è la prima partecipazione a questo bell'evento. Non so ancora quello che mi aspetterà...
In ogni caso sono riuscito a preparare la competizione in modo essenziale grazie al metodo del Monoallenamento settimanale, con solo tre uscite dedicate in 3 settimane. Infatti partendo con un livello di preparazione pressoché nullo, dato che dalla mia ultima partecipazione alla Cromagnon 2016 non ho più svolto nessun uscita di rilievo, con agosto completamente fermo.
A settembre avevo sostenuto un paio di uscite con cadenza sempre settimanale, una di 8km e l'altra di 15 ma niente di più. Anche se ero poco preparato ho voluto testare alcuni punti chiave, con gps alla mano per vedere i margini di miglioramento in termini di velocità su un luogo comune di passaggio in tutti i giri preso come riferimento univoco, ovvero la Cappella di San Bernardo.
Con soddisfazione ho notato che la percorrenza migliorava di volta in volta anche se notoriamente la velocità, con la tecnica nella monouscita settimanale, rappresenta un fattore che passa per lo più in secondo piano dando la priorità sempre alla distanza di percorrenza.
Impegnandomi sul passo in quelle uniche uscite a cadenza settimanale ho potuto constatare che nei punti di riferimento i tempi ogni volta si riducevano, a questo punto mi chiedo cosa succederebbe se iniziassi a forzare il passo utilizzando questa tecnica, che originariamente avevo ideato per obbiettivi unicamente legati alle lunghissime percorrenze a piedi... In virtù di ormai una più che decennale preparazione per le lunghe ultratrail, oramai il mio fisico penso 'possa permettersi' di forzare l'andatura, stringendo molto i denti. Se a questo punto, dopo anni di preparazione per la ultra resistenza, un atleta tenta di forzare il passo rintengo che non possa patire più di tanto, a patto che inizi a farlo su percorrenze dal principio brevi, facendole crescere con nuovi target di velocità su chilometraggi via via crescenti nel tempo...
Al Monte Casto mi sta venendo la tentazione di spostarmi su una nuova andatura più spedita, nella speranza di riuscire a sostenerla. Il rischio comunque rimane di fare flop, restando a secco di energie anzi tempo. Nello sport però una minima quantità di rischio diventa accettabile e l'ultratrail del 30 ottobre potrebbe essere un ottimo banco di prova, anche in virtù di una lunghezza non esagerata in confronto ad altre ultra...
Vedrò prima di tutto come mi sentirò quel giorno per decidere che passo tenere, prendendomi almeno il primo quarto della gara per 'carburare' alla mia solita andatura, partendo così come abitudine: da ultimo! Superata questa prima soglia punterò ad incrementare l'andatura progressivamente, stringendo i denti nelle salite, dato che per me sono sempre un brutto tallone d'Achille e momento dove perdo puntualmente un sacco di posizioni.
Se con questo esperimento dedicato alla velocità attraverso la tecnica del Monoallenamento settimanale, riuscirò ad infrangere la mia velocità media da record dei 7 chilometri orari, allora potrò considerarlo un successo, rendendo il Monoallenamento idoneo anche per lo stimolo della velocità sugli atleti veterani nell'ultratrail.
Dopotutto chissà se anche la velocità non sia anch'essa una sorta di barriera mentale pronta ad essere infranta?!

Qui di seguito segue la progressione della velocità su un punto di riferimento comune a tutti e tre gli itinenari(Revello-San Bernardo), dove il miglioramento è stato consistente e progressivo nonostante l'unica uscita settimanale. Il primo giro consisteva in un'uscita di 24km, il secondo di 35km e l'ultimo di solo 8km... La volta successiva sarà quella della gara con 46km ma ovviamente senza punti di riferimento!




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