martedì 28 dicembre 2021

Anello di 45km, Envie - Pian del Lupo - Barge - Envie

 Finalmente sono riuscito a cimentarmi un'uscita a piedi dopo molte settimane passate seduto con studio intensivo per via di un paio di esami osteopatici che dovevo sostenere, dato che per motivi lavorativi la sveglia suona sempre alle 5.00 del mattino.


 Quello descritto in queste righe è un giro che a tratti avevo già percorso in passato ma con l'aggiunta in questo caso di alcune varianti.


Arrivato a lunedì 27-12-2021, dopo alcune mangiate Natalizie, sono partito alle 8.37 da casa. Molto freddo il clima, credo con diversi gradi sotto lo zero. Passo dopo passo però ci si scalda ed il freddo non è più un problema già dopo pochi minuti.

Così il mio consueto itinerario per addentrarmi in Valle Po, con San Bernardo dove ho incontrato una persona(cosa rara di lunedì mattino) poi il solito crocevia del Devesio apripista d molte avventure a piedi... Proseguo verso Miravidi e scendo all'imbocco del lungo Po.

Arrivo a Rocchetta e prendo un sentierino che mi porta verso Paesana ma con la dovuta pausa cibo al Pilone di Santa Maria. Osservo per qualche istante quei campi collinari e riparto deciso.


 Arrivato nel centro di 'Paesana City' ritrovo con piacere un mio vecchio amico e cliente(Ciao Giovanni!) col qualche mi fermo qualche minuto per due chiacchere. Mi avvio verso la salita di Agliasco per quei circa 5km e oltrepasso Borgata Bossa dove incrocio un altro gruppo di conoscenti e altre due parole. A questo punto abbandono l'asfalto, uno spuntino veloce, così mi dirigo verso la tranquillità di baite abbandonate fra campi deserti. Bellissimo. Raggiungo dopo alcuni chilometri di passo deciso il famigerato Pian del Lupo a quota 1338m e approfitto per qualche scatto fotografico, noto ancora neve diffusa. Svuoto gli scarponcini dai sassolini e inizio una lunghissima discesa verso la Valle Infernotto.


Durante la discesa ho avuto alcuni intoppi con una grossa proprietà privata che ho dovuto aggirare passando per il fitto bosco e sbucando alla Cappella di San Pietro d'Agliasco, un luogo estremamente isolato. In seguito una nuova proprietà privata con cani liberi che mi hanno procurato qualche fastidio ma nulla di grave alla fine. Da quel punto in poi anche se ero ancora in piena collina la strada è stata sempre asfaltata.


 Entrando in Barge ho attraversato il paese passando davanti ad alcuni luoghi a cui sono affezionato, dove ho lavorato per molti anni ovvero presso le scuole medie e il campo di atletica. Uscito da Barge la lunga discesa iniziata da Pian del Lupo è diventata pianura. Dopo San Martino, oltre il torrente Ghiandone in direzione Revello ho svoltato a sinistra sulla nuova ciclabile ancora in costruzione, un luogo pieno di fango dato che i lavori sono ancora in corso. Proseguendo lungo il margine del fiume la ciclabile si interrompe per il passaggio di un ruscello ancora sprovvisto di ponte. Quindi un tratto nel letto del Ghiandone per poi trovare una via tra i rovi per proseguire ancora sulla parte di ciclabile in costruzione. Così fino all'asfalto di Via Vecchia di Barge e la ciclabile(Via della Pietra) qui è pienamente asfaltata. Un rettilineo fino al depuratore e poi la svolta a destra verso i campi, tra Envie e Barge. Da qui l'arrivo non è più lontano con i suoi 4-5km rimanenti.


 Devo scrivere che questo itinerario è stata una bella soddisfazione per me dato che ha rappresentato l'ennesima conferma che le mie strategie di allenamento sono estremamente efficaci nel lunghissimo periodo e sopratutto per l'atleta 'over 40'. Allenarsi per anni con la tecnica del Monoallenamento settimanale per le uscite ultratrail permette di rendere la lunghissima percorrenza a piedi una caratteristica pienamente acquisita per il praticante che desidera mantenere una buona performance nel tempo senza sollecitare troppo le articolazioni e i sistemi di recupero. In egual misura la medesima funzione la si ottiene con il metodo Matevo(r) nei riguardi della forza.

Valori:

 

Video LIVE YouTube:


 
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domenica 5 dicembre 2021

Ritrovo da Fusta con autori, artisti e allenatori di campioni. La 'combriccola' tutta insieme

Sabato 04-12-2021 ore 11.00
 
Bel ritrovo da Fusta Editore,
E' stato un onore esserci con l'editore Paolo Fusta, autori, artisti e preparatori di campioni, tra cui: Franco Giletta, Sandro Damilano, Almerino De Angelis, Luca Dalmasso.
 
Da sinistra verso destra...
Fusta Paolo(editore)
Sandro Damilano(Allenatore di campioni)
Almerino De Angelis(Autore)
Franco Giletta(Artista)
Bertinetto Bartolomeo Davide(Io)
Luca Dalmasso(autore)

Io, Luca Dalmasso, Sandro Damilano

Io e Luca Dalmasso

Uno dei mie libri(Ultratrail con il Monoallenamento)

Trai i libri esposti anche il mio lavoro in bella vista, insieme all'ultimo numero di Camminare(contenente un mio nuovo articolo)

Io con Paolo Fusta sul retro durante l'esposizione...



 

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domenica 14 novembre 2021

PILONE VOTIVO SU ANTICA STRADA CIOTTOLATA, SALITA SAN BERNARDO(MONTE BRACCO) - Envie


Antica strada ciottolata

Di piloni votivi se ne trovano molti sparsi per le nostre valli. Ogni volta che svolgo le mie lunghe percorrenze a piedi ne incrocio decine. Mi hanno sempre incuriosito. Si certo indicano la via ma cosa si cela dietro la loro costruzione? Qual'è stato il motivo scatenante che ha fatto si che qualcuno si mettesse al lavoro di buona voglia per realizzarli? Alcuni sono di piccole dimensioni ed altri decisamente imponenti. Non tutti sono di semplice fattura dato che ne ho visti di molto elaborati. Aggiungendo tutto il lavoro decorativo fanno pensare ad opere guidate da menti esperte anche se magari nella loro realizzazione venivano reclutate persone comuni. Ormai quasi tutti in degrado, molti coperti dai rovi. Altri con crepe di varia misura. Alcuni addirittura abbattuti da 'accidentali' scontri con trattori e mezzi di lavoro, forse per posizioni scomode... Si tratta di vere opere d'arte che non dovrebbero essere cancellate così brutalmente dal tempo ma conservate, anche perché la loro edificazione voleva essere rivolta a qualcosa di duraturo. Le mani che hanno eretto pietra su pietra queste costruzioni volevano che nei decenni o perfino secoli, i posteri osservassero qualcosa che aveva un significato preciso e non come insignificanti messi sul ciglio di un sentiero per puro caso. Mi chiedo ogni volta il pensiero generante quale sia stato dietro un pilone votivo e sicuramente ogni pilone ne ha uno proprio, singolare. Un desiderio ormai dimenticato come il più delle volte è dimenticato l'artefice della costruzione. Ammiro spesso per alcuni minuti i dettagli, cerco sempre di scorgere una data che troppe volte non è più leggibile. Osservare gli affreschi che si presentano sui vari lati, così da capirne la storia da questi. Credo che ci sia un nesso tra la costruzione e le raffigurazioni esposte perché certamente anche queste non sono state messe sulle facciate in modo disorganizzato, bensì con un preciso intento! Molte volte parlo con anziani del posto per avere qualche risposta in più alle mie curiosità e di solito poco ne sanno, quasi tutti affermano che è sempre stato lì ma nient'altro. In altre occasioni mi viene detto che fino a qualche anno prima veniva celebrata la messa una volta all'anno ma poi quando gli ultimi 'vecchi' sono morti la tradizione è andata persa. Sarebbe importante realizzare un catalogo, ammesso che non sia già troppo tardi per scriverlo, con la storia e tanto di foto per quantomeno archiviarli in modo cartaceo dato che per ovvi motivi economici non è più possibile preservarli nella loro forma reale. Fatta questa premessa mi soffermo con qualche ultima riga su un pilone in particolare che ormai da tre anni incrocio sulla mia strada di salita verso la Cappella di San Bernardo, situata sullo spartiacque del Monte Bracco tra Envie e Rifreddo. Infatti tra gli ultimi campi del Bracco prende il via una antichissima strada fatta di ciottoli tutti ben incastonati tra loro che prosegue in linea retta verso il colle, a volte incrociando altri sentieri chiaramente abbandonati. Sembra strano che una strada del genere sia messa lì in un posto così sperduto. Per mia speculazione ritengo che fosse parte di un reticolo di strade che collegavano e si diramavano per l'intera Valle Po. 

Pilone Votivo abbandonato verso Cappella San Bernardo

Questa specifica con ogni probabilità conduceva a San Bernardo, come già scritto, punto crocevia per scollinare il Bracco e scendere verso Rifreddo senza passare da Revello abbrevviando l'itinerario di una decina di chilometri. Ricordo al lettore, che ai tempi degli spostamenti a cavallo, con carri o a piedi non era cosa da poco uno 'sconto' del genere sulla lunghezza di viaggio. La strada è ben carreggiabile con la sua giusta larghezza. Ad un certo punto il cittolato si perde, forse per mano dell'opera umana moderna o forse perché da un certo punto in poi non vi era mai stato. A mio avviso non può essere un caso che risalendo questa stradina 200m a destra si trovi la Cappella di Sant'Antonio e poco sopra quella di San Bernardo, come per evidenziare la sua vecchia importanza. C'è da considerare inoltre che se questa strada risale alla data di costruzione delle suddette Cappelle, aggirandosi a prima dell'anno 1600 e vista l'importanza militare ed economica che aveva Revello in quel secolo forse molti viandanti preferivano aggirarlo per evitare controlli e dazi ai quali potevano incorrere, evitando così molti problemi... Bene poco dopo l'asfalto di 'via Dagatti', un centinaio di metri dall'imbocco della vecchia strada ciottolata si trova un vecchio pilone votivo, situato su un bivio a ridosso di un ponticello. Ormai quest'opera è degradata con affreschi a malapena visibili. Si intravvede una data in caratteri romani che non sono riuscito a leggere con chiarezza. Si intravvede anche un nome ma chiaramente scritto recentemente dato che si discosta molto dallo stile del pilone. Sicuramente un pilone molto più antico della data che riporta, vista la condizione 'decisamente invecchiata', non molto grande ma decisamente decorato. Fattori che indicano una certa importanza su una via che nei secoli addietro doveva essere di valore chiave per addentrarsi verso l'alta Valle Po bypassando la 'città porta' di Revello. Riporto qui scatti freschi di ieri durante il mia solita salita verso San Bernardo che svolgo quasi ogni sabato. 

Mappa luogo, zona Via Dagatti a Envie


 

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domenica 26 settembre 2021

Avventura in solitaria di 58km tra la Valle Po e Varaita

Mappa da Envie a Sampeyre e ritorno, 58km
 
Sono molto contento di chiudere la stagione con questa uscita a piedi, devo scrivere che ci avevo già provato mesi fa ma poi causa neve al di sopra del Pasturel avevo dovuto rinunciare. Poi avevo di nuovo tentato questa estate ma a causa di un imprevisto non ero nemmeno partito. Sabato 25 settembre 2021(ieri) è però stato il giorno giusto.
Altimetria 5592m complessivi
 
I pensieri quando sei a piedi in mezzo alla pace della montagna volano, un po' su tutti gli argomenti della vita, le attività in corso, quelle passate, o quelle in fase di progettazione ma che sono ancora da realizzare... Un rimescolamento di idee che a volte proprio in questi momenti di quiete mentale trovano soluzioni spontanee. 
 
San Bernardo di Pasturel
 
Parto da Envie alle 7.30 quindi salgo a San Bernardo e come sempre non incontro anima viva. Il meteo è fortemente nuvoloso ma per le uscite a piedi è l'ideale dato che quando il sole picchia la fatica è doppia! Proseguo per la mezza montagna e arrivo al Motetto poi sopra Devesio e quindi direzione Miravidi. Qui nella discesa incontro due camminatori... Attraverso Sanfront e vedo molta gente radunata al Bar, abitudine abbastanza normale nei paesi della bella Valle Po.
 
Bric la Piata
 
Inizio la salita verso Sant'Agata dove faccio il primo spuntino(E' buffo che non ci sono cestini della spazzatura e poi il Comune si lamenta che la gente butta gli scarti a terra, non è il mio caso perché ripongo sempre la spazzatura nei mio zainetto) e proseguo per molti chilometri verso zona Pasturel(qui trovo un'altra Cappella chiamata San Bernardo). Ad un certo punto la strada diventa sterrata, quindi campo aperto di prati e mucche per arrivare verso la cima del colle e raggiungere la fitta pineta. Finalmente raggiunto Bric la Piata(Pian Pilun) dopo aver attraversato il buio boschivo con una sosta al bivacco per cibo. Tutto sempre senza perdere molto tempo con il soliti 5 minuti di stop. Da sempre ho notato che le pause troppo lunghe non aiutano nelle lunghe percorrenze dato che poi le gambe diventano dure come pezzi di legno e come si dice, bisogna battere il ferro fino a che è caldo per ripartire il più presto possibile. 
 

Piloni abbandonati tra Becetto e Sampeyre
 
Un lungo falso piano fino al Col del Prete con una tendenza alla salita che mi ha portato lentamente da 1500m a 1700m. Da questo punto in poi è stata una lunga discesa tra baite ben restaurate e campi da pascolo con svariate mandrie di mucche qua e là. Arrivo a Becetto e mentre mi avvicino, a distanza di qualche chilometro scorgo già la cima del campanile. Devo dire che si tratta di una gran bella zona, sono ormai in piena Valle Varaita. Una nuova piccola pausa cibo e poi giù in mezzo ai boschi su una vecchissima mulattiera che collega il paesino a Sampeyre, certamente un tempo era la strada principale data la presenza di un paio di bei piloni affrescati(molto deteriorati!), che indicavano la via ai viandanti.
 
Entrando in Sampeyre

Spesso nelle uscite ultratrail si arriva a ridosso di un bel paese come Sampeyre ed all'uscita dal bosco di colpo ti trovi nell'abitato, su stradine tranquille che proseguendo ti conducono nel pieno luogo. Arrivato nella piazza principale la tappa scontata per me è stata quella di un bel caffé per poi ripartire senza perdere troppo tempo verso la via del ritorno(identica all'andata, salvo che per una variazione finale che spiegherò a breve).

Piazza Sampeyre

Caffè di rito e poi ritorno
 
Il ritorno è trascorso veloce anche se c'è stata l'impetuosa risalita da Sampeyre fino al Col del Prete, senza mai una tregua. Le ore sono trascorse veloci ed in un 'attimo' stava arrivando la notte, così alle 18.37 ero sceso all'imbocco del Pasturel, verso San Bernardo e qui alcuni ripensamenti sulla destinazione di rientro. Infatti facendo un paio di calcoli veloci a mente sarei arrivato ad Envie in piena notte e non avendo con me la torcia frontale, con cellulare totalmente scarico, ho optato per dirigermi verso la mia baita che è nei paraggi. Quindi 'gambe in spalla' e mi sono diretto verso il rifugio Bertorello attraversando il vallone passando per un sentiero a volte molto impervio a causa della folta vegetazione. Al rifugio ormai era notte ma sapevo che a quel punto non mancava più molto così altri 20 minuti a sgambettare e sono arrivato in Baita alle 20.10, con 12 ore e 40 minuti di percorrenza su 58 km scarsi con 5592m di dislivello complessivo. 

Arrivato in baita dopo l'avventura conclusa!

Concludo scrivendo che scavalcare due vallate è sempre molto suggestivo, non tanto per i chilometri perché Valle Po e Varaita sono confinanti, sapere però di riuscire a oltrepassare i colli che le separano, utilizzando vecchie strade ormai utilizzate quasi solo più dai margari e farlo per raggiungere un paesino "dall'altra parte" con le proprie forze per poi tornare in poche ore riempie sempre di soddisfazione.

VIDEO LIVE DELLA PERCORRENZA:


 
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giovedì 19 agosto 2021

Pietro Caramia Ultratrailer in un solo anno!

 

Vi scrivo di Pietro che ho avuto il privilegio di seguire, un atleta che in poco tempo è arrivato a completare gare ultratrail chilometricamente imponenti. Il suo esordio è stato nel 2020 alla Valle Varaita Trail dove con un allenamento 'iniziale e indipendente' è risuscito con molta tenacia a completare il percorso. Così è nata la passione dell'ultratrail e in seguito si sono susseguite per lui altre gare via via più lunghe. Poi l'idea di partecipare alla prima edizione della Cento Miglia del Monviso, portandolo da me a febbraio 2021 fare due chiacchere sulla strategia di allenamento, oltre all'effettiva fattibilità per lui. Ho riflettuto qualche istante sulla progressione da seguire e gli ho subito proposto il mio libro che spiega la tecnica del Monoallenamento... La supervisione da parte mia si è susseguita nei mesi ma i dettami sono stati quelli della tecnica del Monoallenamanto per le lunghissime percorrenze a piedi. I pochi mesi a disposizione sono passati velocemente e lui si è impegnato molto ha dato il massimo, fino a completare un'altra bella gara(le Porte di Pietra) prima del fatidico obbiettivo finale! Molti i lunghi settimanali in solitaria in 'veste di allenamento'. Per giungere poi al traguardo della Cento Miglia col rispettabilissimo tempo di 42 ore. C'è da chiedersi questo atleta cosa potrà arrivare a fare negli anni a venire se in un solo anno è riuscito a completare questa odissea che era già difficile da concludere per atleti esperti...

Bravo Pietro sei un campione e come scrivi nel tuo video: la volontà è tutto quello che serve per raggiungere i propri obbiettivi!

 

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domenica 25 luglio 2021

TRAVEL TRAILER: Tra i colli dell'isola d'Elba

In cima al Monte Capanne

Panoramica a 360° dal Monte Capanne

 

L'evoluzione ormai è scontata, tra i mille posti che ho potuto raggiungere sempre partendo da casa a piedi credo di essere arrivato ad un limite perché non mi resta più molto di interessante da esplorare sempre col via dall'abitazione. Quindi con questa avventura do il inizio ad un nuovo modo di fare lunghe percorrenze a piedi, trasformando questa passione in TRAVEL TRAILER, perché il posti al mondo da visitare a piedi su distanze imponenti sono tantissimi, infiniti!

Tour Isola d'Elba da Lacona a M. Capanne

 

Veniamo alla percorrenza all'Isola d'Elba. Il giro si è svolto il 24 luglio 2021 con partenza alle ore 5.45, dal camping Stella Mare di Lacona(lido Capoliveri). Quindi è iniziata la percorrenza seguendo il tracciato realizzato la sera prima al computer e caricato sul GPS da polso. Per me il GPS da polso è uno strumento insostituibile che mi permette di cimentarmi in escursioni mai viste o provate prima in modo abbastanza immediato ed agevole. L'utilizzo sul posto di una vecchia cartina ogni volta che si ha un dubbio sul tragitto interromperebbe troppo spesso la percorrenza e diventerebbe difficile restare entro tempistiche accettabili.

Il tour dell'Isola d'Elba fatto in direzione Monte Capanne si è presentato subito tortuoso e ricco di salite ripide su sentieri poco scorrevoli, ricchi di massi e profondi solchi lasciati da moto e dallo scorrere dell'acqua piovana.

Al principio dopo una brevissima illusione di 'velocità' mi sono trovato di fronte alla prima ripida salita e poco male quando sei ancora fresco e pieno di energia superi in scioltezza tutte le difficoltà. Il bello però viene dopo.. Superata la piccola pianura di zona Lacona inizio la ripida salita verso il Monte Barbatoia(359m), passando da Serra del Pero. Raggiunta la cresta, in questo punto si intravvedono tra gli alberi i due versanti di mare agli opposti del isola. Vado avanti e costeggio la cima del Monte San Martino(370m) con una progressiva direzione in salita. Sono sulla GTE(Grande Traversata Elba). Raggiungo il sito montano 'Costa del Gualdarone' e le foto volano. Da qui inizio a perdere quota con una discesa abbastanza scorrevole, una delle poche dove riesco a correre su sentiero. Arrivo all'abitato e mi trovo in località Literno, costeggiando su un sentierino pianeggiante la 'Via per Portoferraio', con un imprevisto sul percorso: un cancello bello grosso nel bel mezzo di una strada segnata sulla carta! Lo scavalco.

Areoporto di La pila visto dai colli

Monte Capanne in lontananza

Tipico Tratto di sentiro ripido dissestato

 

Inizia una nuova salita passando per Vigne Giunche seguendo lo sterrato per 'Via dei forcioni' fino a Poggio San Prospero(402m). Da qui inizia un fitto bosco con una ripida salita che mi porterà sul Monte Perone(603m), Luogo stupendo ma rovinato dai grossi ripetitori telefonici(realtà diffusa su molte cime dell'isola). Poi attraverso un luogo adibito ai picnic, con molti tavoli e un piccolo rifugio in legno chiuso. Guadagno ancora quota e arrivo al Monte Maolo(750m) e poco dopo scordo ad un bivio di controllare il GPS e sbaglio strada dirigendomi per un buon chilometro in salita verso il Monte Le Calanche(che incrocerò al ritorno) e mi rimetto sulla via tornando indietro. Sono al limite della vegetazione isolana e iniziano lunghi tratti di impervie pietraie al bordo del dirupo. Salgo ancora e qui arrivano le vie ferrate ai piedi della cima del Monte Capanne(1019m) che con un po' di arrampicamento ne raggiungo la vetta. Là ci sono molte persone e scopro da li a poco anche il motivo: è presente un cestellovia. Arrivato su mi siedo sul masso più alto di tutti e inizio con qualche ripresa e foto panoramica. E' bellissimo osservare il mare tutto intero e vedere nettamente il contorno di tutta l'isola. L'Italia da un lato, L'isola Capraia e altre isolette dell'arcipelago Toscano. Panorama mozzafiato, sembra di essere in cima al mondo su questa piccola Isola d'Elba! Vado alla ricerca del Bar ma è chiuso, un po' di sconforto perché mi resta meno di mezzo litro d'acqua in borraccia. Passo cosi da un sorso ogni 30 minuti ad un sorso ogni ora. Non è facile resistere ed andare avanti nonostante tutto, il caldo è forte(stimo 35 gradi) ed il sole picchia.

Dopo il Monte Capanne intraprendo la via del ritorno, che è differente da quella dell'andata, più impervia. Ripercorro le ferrate ed inizio una fitta serie di altre cime consecutive. Quindi sulla cresta attraverso molti massi proseguo lentamente ma con molta attenzione ai pericoli, raggiungo il Monte Calanche già citato prima(905m) e sempre sulla cresta arrivo alla cima del Monte Tiratoio(810m). Da questi colli vedo valloni da un lato che vanno verso il mare e un profondo dirupo dall'altro lato. Attraverso una ripida pietraia e raggiungo Masso della Quata(746m), luogo secchissimo dove però scorgo delle antiche costruzioni in pietra, rinforzate in tempi più recenti credo con cemento armato. Qui trovo anche delle coppelle che forse sono state realizzate dall'uomo per raccogliere la poca acqua piovana. Vado avanti per svariati chilometri e la temperatura diventa insopportabile. Solo cespugli secchi e pungenti ma qui in qualche tratto riesco a correre anche se sono molto disidratato.

 

Foto a 180° durante la salita

Indicazioni varie

 

Resisto ancora un po' ed arrivo nel primo paesello dalla discesa dal Monte Capanne e trovo la tanto desiderata fontana a San Piero di Campo(250m) e mi butto letteralmente sotto, bevo non so nemmeno io quanto, riempio le borracce, mangio qualcosa. Attraverso lentamente il paese perché dopo tutta quell'acqua tutta insieme so che è meglio aspettare a correre, pena problemi di stomaco... Succede spesso agli atleti poco esperti. Dopo una ventina di minuti riabbraccio brevemente l'asfalto e riprendo a corricchiare, poi nuovamente su sterrato, trovo una bella Chiesetta che fotografo senza fermarmi troppo. Incrocio il fiume asciutto Fosso del Bovalico ed entro in un nuovo comune(Marina di Campo), ormai sono sulla costa al livello del mare.

 

Chiesetta tra San Piero e Marina di Campo

E' strano come in una situazione marittima si guadagna e si perde dislivello, spesse volte si arriva a livello zero(sul mare), una situazione insolita per chi come me, è abituato alle alte quote alpine della Valle Po. Era già un po' che sognavo un bel caffè e una bottiglietta di acqua frizzante. Così proseguo lungo la costa e scruto i locali alla ricerca di una bar. Trovo un chioschetto pieno di gente e mascherina in viso mi fermo, così approfitto per raccontare la mia avventura alla barista e colgo l'occasione per chiede qualche informazione sul tragitto che mi resta. Mi gusto il tutto seduto a un tavolino da tranquillo e poi riprendo a sgambettare a buon passo corrichiando, attraverso la poca pianura presente e riprendono in men che non si dica le salite, ripidissime tanto per non perdere l'abitudine.

Visuale

 

Sono verso la fine dell'avventura ormai ma i colli non mancano affatto! Oltrepasso Colle la Foce, il sentiero in questo tratto è davvero disconnesso, massi enormi che sembrano scalini disorganizzati. Ancora un lungo tratto e raggiungo un nuovo ripetitore sul Monte Tambone(377m), qui faccio una pausa forzata per mangiare e soprattutto per ricaricare il mio preziosissimo GPS con la batteria tampone. Approfitto per fare anche una telefonata. Passano circa 20 minuti e la batteria del orologio ha di nuovo vita nuova. Ritiro tutto nello zaino e riprendo il tragitto avvolto dalla nebbia. Inizia una copiosa discesa ed inizio a vedere in lontananza la mia spiaggia(Lacona) ed in fondo il lido Capoliveri. Non mi fermo più, sbaglio strada ancora una volta per circa 600m ma poco male e riprendo subito la via giusta.

Vista verso il Mare

La costa in lontananza

 

Raggiungo così lo stradone, mi posiziono sulla ciclabile di Lacona e attraverso tutto. Salita verso il campeggio e intanto registro l'ultimo video. In 12 ore e 20 minuti termino questa avventura non lunghissima ma molto concentrata nei dislivelli, infatti sono 41km con ben 5106m di dislivello complessivo! Foto di rito davanti al camper e poi meritato riposo. Devo dire che le vecchie basi create con la strategia del Monoallenamento per l'ultratrail non hanno mancato di manifestarsi efficacemente... Molto soddisfatto, anche perché in una vita di lunghe percorrenze a piedi le ginocchia sono ancora sane, cosa che anche per limiti d'età è rara!

Arrivo

 

In una prossima occasione sarà sicuramente da svolgere il tour sull'altro versante dell'isola con Portoferraio, Monte Calamita, ecc...

VIDEO YOU TUBE LIVE, PER VISUALIZZARLO SEGUI IL LINK:

https://youtu.be/L31y6SQ7M8E

 

Dettaglio cartografico ViewRanger:

https://my.viewranger.com/track/details/MjAxNjM3ODA=


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sabato 10 luglio 2021

Avventura di 95km a piedi nel Roero, da Envie alle scuole di Canale, Vezza d'Alba e Govone.


Tragitto Envie, Canale, Vezza, Govone

Percorrenze a piedi in solitaria... per svolgerle bisogna sempre rubare del tempo al tempo. Alla fine però cos'è un giorno dedicato a qualcosa che ci piace, che danno può fare? Si è vero avrei da studiare per preparare esami di osteopatia, oramai tutto il mio poco tempo libero è dedicato a questa passione. Nonostante tutto sono mesi che ho in testa di mettere insieme questa lunga percorrenza a piedi nel Roero per chiudere un bel periodo di insegnamento in luoghi così lontani da casa. Volevo già realizzare l'uscita a piedi la settimana scorsa, subito dopo gli esami di terza media ma a causa di alcuni impegni sono arrivato allo start solo ieri, venerdì 9 luglio 2021.
Sole che sorge poco dopo la partenza

Sono partito alle 5.25 del mattino, sempre in ritardo come al solito, dato che l'idea era di iniziare alle 5.00 ma si sa che non riesco mai ad essere puntale. Poco male, l'importante è varcare la porta di casa e dopo quella prima soglia il più è fatto e non si torna più indietro.
Quindi partenza da Envie, il sole ancora basso ed è stato bello vederlo sorgere dietro i frutteti. A quell'ora poche macchine per le strade e in men che non si dica ero già a Saluzzo. A quell'ora la vita urbana inizia a prendere il via pian piano. Attraverso la città e mi dirigo verso Scarnafigi, tutto stradone e correre oltre la linea del bordo strada richiede continua attenzione verso il transito degli autoveicoli. Quando sono in pianura progredisco con un'andatura alternata fatta di 5 minuti di corsetta e 5 di camminata veloce con bastoncini. Rifornimento d'acqua in una fontana di fortuna a fianco di una vecchia chiesetta ed attraverso Scarnafigi, paese dove conservo dei bei ricordi. Tra i particolari scorgo una vecchia scritta che riporta una frase di Mussolini rivolta proprio alla camminata(una strana coincidenza che riporto nelle foto allegate a questa descrizione).
Scritta curiosa a Scarnafigi

Oltrepassato Scarnafigi mi dirigo verso Monasterolo sotto un sole che inizia a farsi sentire e purtroppo l'unica fontana che ho trovato in Paese era disabilitata(mi danno sempre da pensare queste fontane 'rotte' situate proprio di fianco ad un bar!) ma pazienza proseguo. Qui lo stradone è decisamente stretto e lo spazio di percorrenza quasi non esiste, come lo è anche verso Cavallermaggiore, tratto chilometricamente imponente con traffico in deciso aumento, vista ormai l'ora di piena mattina lavorativa.
Da qui iniziano le deviazioni per evitare il traffico, a favore delle strade secondarie in campagna. In macchina per arrivare al lavoro percorrevo ovviamente la via più diretta ma a piedi è un'altra cosa. Certo il passaggio per strade secondarie ha aumentato sensibilmente i chilometri di percorrenza ma bilanciando bene le cose, non avere l'incombenza di tenere continuamente sotto controllo gli automezzi che non ti investano è uno sgravio non da poco che elimina molto stress.
Quindi da Cavallermaggiore in poi cerco di tenere la campagna, seguendo le indicazioni del mio orologio GPS, addentrandomi con piacere in luoghi mai visti prima. L'acqua inizia a scarseggiare ma me ne resta ancora qualche sorso verso mezzogiorno per fare un piccolo pranzetto, con qualche pezzo di formaggio e un paio di cubetti di cioccolata, mentre sono accampato sotto una pianta in un prato. Dopotutto il bello di queste percorrenze in solitaria è il vagabondare, mangiare dove capita e di tanto in tanto stendersi 10 minuti su una panchina all'ombra infischiandosene di tutto! Libertà.
Passati quei dieci minuti riprendo il tragitto e mi dirigo a Sanfré prima di raggiungere Sommariva Bosco come da tabella. Entrando in paese trovo un cimitero e così, in mancanza di altre fontane, ne approfitto per rinfrescarmi e riempire la bottiglietta. Sotto il caldo, dopo il contatto con l'acqua la mente e il corpo si rinnovano. Aspetto il passaggio a livello per il transito del treno, quindi un breve tratto di stradone ed entro a Sommariva Bosco. Ormai è pomeriggio, attraverso il paese, purtroppo per una svista non tengo più d'occhio la traccia GPS e sbaglio strada, così mi tocca tornare indietro e recuperare un paio di chilometri. Oltrepasso il paese ed imbocco nuovamente le campagne. Una strada molto fangosa, piena di mosconi e zanzare pronte a mordermi. Proseguo per una decina di chilometri ed arrivo a una piccola frazione dove trovo una chiesetta e una fontana. Oramai sono passate due ore buone dall'ultimo pasto e così approfitto per mangiare. Mi rilasso un po' all'ombra ma solo per i soliti 10 minuti, poi mi riattivo.
Ora arriva il problema più grande di tutto il viaggio! Continuo in mezzo alle campagne e ad un certo punto vedo una sbarra nel mezzo della strada senza edifici attorno, senza staccionate o cortile. Una situazione abbastanza anomala, con un citofono e così suono. Mi risponde una voce femminile che mi  avverte che mi trovo in una proprietà privata e che non posso passare. Così per quei pochi metri mancanti devo ritornare indietro e riorganizzare il tragitto perdendo moltissimi chilometri di percorrenza, oltre un'ora di tempo! Senza contare le energie consumate ed il morale che inevitabilmente si deteriora. Però si sa, quando si va così 'alla scoperta' tutto può succedere, dopotutto la cartografia GPS non indica questo tipo di problemi. Pazienza e vado avanti ricongiungendomi al tragitto molto dopo.
Entro a pieno titolo nel Roero iniziando a percorrere creste collinari in direzione Monteu. Il dislivello quando hai già 60 chilometri nelle gambe si fa sentire ma la volontà ti porta comunque a proseguire anche se il corpo ormai è allo stremo. Sento piaghe da sfregamento ovunque che mi danno fastidio, non ci penso e va meglio dopo un po'. Mi viene voglia di un caffè in mezzo a quel 'nulla', fatto di fitti boschi e piantagioni, di vigneti misti a noccioli, ognuna con un piccolo 'ciabot' nel mezzo. Molto caratteristico. Sono nuovamente senza acqua e il caldo è forte, terra arida spaccata dal sole. Qualche chilometro e trovo un piccolo parco con tavoli da picnic, la salvezza! Praticamente mi butto sotto la fontana e mi sento nuovo, se così si può scrivere. Bevo molto, forse troppo dato che a correre dopo sento la pancia gonfia ma poi con i minuti passa. Riesco a vedere in lontananza un bar ma per sfortuna è chiuso, con quella voglia di caffè che cresce. Non mi fermo e verso le ore 18.00 sono  a Monteu Roero dove finalmente riesco a fare quella tanto desiderata sosta al bar. Sono sporco e maleodorante. Un viso stanco, con fango ovunque. Scelgo il tavolino più nascosto e la gente mi guarda in modo strano, magari si chiedono cosa ho combinato... Non mi importa, qui credo di aver perso 20 minuti buoni. Proseguo ancora in discesa, le ginocchia tengono e resto sullo stradone, località Tre Rivi, vigneti sotto e tutto intorno. Bellissimo.
Sono stanco ma i pochi chilometri che mi separano da Canale mi danno forza, dato che sto per raggiungere il primo dei tre obbiettivi che mi ero prefissato per questa avventura in solitaria: la scuola di Canale dove ho lavorato. Raggiunta con oltre 75km di percorrenza.

Scuola di Canale

Entro in paese, mi dirigo verso la scuola, ormai il caldo è sparito dato che sono le ore 20.00, foto di rito con qualche parola a video poi riparto verso Vezza d'Alba. Un pezzo di stradone e svolto a destra verso la collina che oltrepasso per raggiungere la Scuola media di Vezza. Comincio a percepire il buio. Quando sei circondato dalle colline che fanno ombra, la notte arriva prima. Il GPS mi ha lasciato con la batteria scarica ma poco importa perché oramai qui conosco bene la strada, passando dalle colline allungo un po' e devo anche affrontare del dislivello ma va bene ugualmente, lo stress del traffico sullo stradone è assolutamente da evitare. Discesa finale e raggiungo la Scuola(il GPS prima di spegnersi indicava 82km, quindi stimo siano 83 a questo punto) circa alle 21.00, dove scatto anche qui la solita foto(che allego) e breve video descrittivo.

Scuola di Vezza d'Alba

Riparto verso Govone, è notte così indosso la luce frontale. Anche se sono stanco proseguo spedito. La paura della notte, di non essere visto dalle auto mi fornisce sempre quell'energia in più per andare veloce. Quindi Castellinando, Magliano, Priocca. I comuni scorrono veloci in quelle tortuose strade. Alle 22.21 sono nel cortile della Scuola di Govone ed è completamente buio. Foto di rito(allegata). A mente stimo 90km ma poi a casa ricontrollando il GPS su cellulare scoprirò che erano 95km! Tempo complessivo 16 ore e 56 minuti.

Scuola di Govone

Gli sbagli di strada, la scelta di passare per località di campagna, gli imprevisti vari hanno fatto si che il mio itinerario fosse circa 15km in più rispetto a quello percorso abitualmente in automobile. Non importa è stato ancora più entusiasmate!
Approfitto per ringraziare tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo lungo ma anche bel periodo di insegnamento nel Roero. Resterà nei miei ricordi anche perché qui ho avuto modo di ottenere la completa immissione in ruolo discutendo le mie argomentazioni davanti al comitato di valutazione. E' stata una bella avventura lavorativa in tutti i sensi, chilometricamente imponente, piena di soddisfazioni. Da settembre finalmente mi avvicinerò a casa.

 
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domenica 16 maggio 2021

Da Gorla Minore sul Fiume Olona, direzione Svizzera


Eccomi di nuovo qui per un seminario di 2 giorni osteopatia, tutti sempre molto interessanti e questo weekend è dedicato ad arto inferiore e superiore... Cosa fare però quando alla sera si resterebbe chiusi in camera? Bé come già in altre occasioni non può mancare un bel giro lungo il fiume Olona... Questa volta incrementato di un paio di chilometri visto il maggior orario di luce in questo mese di maggio. Così ho debordato per un tratto fuori dalla ciclabile per puro spirito di esplorazione ed ecco comparire di nuovo la ciclabile che prosegue verso la Svizzera... Fa effetto pensare che non molto più in là ci siano centri densamente urbanizzati e lì lungo il fiume invece ci si ritrovi in mezzo alla natura. Il meteo però alla partenza non era molto clemente dato che pioveva ma nessun problema.


 

Il tempo è passato veloce, alle 19.00 era finita la lezione e alle 19.30 circa ero già pronto a sgambettare con i miei fidati bastoncini in Bambù(Credo di essere l'unico ad usali ma vanno così bene!). Quindi passo misto tra camminata veloce e corsetta i chilometri passavano agevolmente sotto i miei piedi, senza nemmeno troppa fatica. E' stato bello vedere questa sera per la prima volta alcuni campi pieni di pecore pascolare spensierate nei prati lungo il fiume... Si tratta di un paesaggio variegato fatto di boschi, prati, fiume per chilometri, fabbriche dismesse ed alcune abitazioni. Ogni tanto si attraversa qualche parco. Poi arrivato all'undicesimo chilometro ho fatto dietrofront e ho ripercorso tutto per tornare in camera nella splendida ed antichissima Villa Terzaghi, alle 22.15 quando era ormai notte con la pila frontale ad illuminare la strada. Così sono stati 22km in 2 ore e 45 minuti netti, passati senza sforzo e molto paesaggistici. La Svizzera è in quella direzione, non vicinissima ma nemmeno troppo lontana a piedi e chissà che magari una volta mi organizzo e ci vado...!

 

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