sabato 14 giugno 2025

Escursione a piedi dal Rifugio Melezé(Bellino) al Bivacco Carmagnola(Confine Valle Maira) - Tecnica Monoallenamento Settimanale

 

Oggi(14-06-2025) ho finalmente iniziato un'avventura a piedi che pianificavo da alcune settimane, ma che sono stato costretto a rimandare in attesa che svanisse la neve, visto che la quota massima raggiunta è stata quasi di 2850m!

L'idea originale era di percorrere interamente il tragitto dal Rifugio Melezé fino ad Acceglio (Viviere), ma restava il problema del recupero dell'automobile, cosa che avrebbe comportato un noioso ritorno lungo lo stesso percorso per molti chilometri.
Durante la notte(sonno mancato!), ho avuto l'idea di spezzare il tragitto e recarmi alla massima quota prevista per raggiungere il bellissimo Bivacco Carmagnola. Dopo aver raggiunto questa tappa intermedia, ho fatto ritorno all'auto. L'altra parte del percorso la affronterò da Acceglio verso il Bivacco Carmagnola nella prossima occasione utile.


 

Come ho accennato già nell'avventura tra Pian Muné e Sant'Anna, questi percorsi faranno parte di un 'disegno' più ampio che mi sto accingendo a costruire... Ma non anticipo nulla, perché attendo la conclusione di tutti i tracciati per arrivare ad un unico grande itinerario!

Sono partito dal Rifugio Melezé alle 7:16 e ho percorso il falso piano fino a Sant'Anna di Bellino, su asfalto. Da qui, la strada è diventata una mulattiera sterrata carreggiabile. Anche se quasi subito ho imboccato la direzione sbagliata: forse a causa del vallone stretto, il Garmin ha fatto qualche capriccio. Dopo una quindicina di minuti nella direzione errata (verso Rocca Senghi), un passante mi ha indicato la strada corretta...


 

Ho proseguito tra pascoli pianeggianti con una salita costante. Ad un certo punto, però, superato Pian Ceiol e andando verso Le Barricate, la pendenza è diventata davvero impegnativa! Si costeggia un fiumiciattolo che scorre impetuoso ed è affluente del Varaita di Bellino. Qui il sentiero segue il bordo, interamente in pietra, a ridosso di alcune piccole cascate. Per attraversare la corrente d'acqua è necessaria molta attenzione, perché sono presenti alcune travi larghe 20 cm da percorrere un piede davanti all'altro… pena una rovinosa caduta a mollo!

Proseguendo, si apre un nuovo pianoro con pascoli d'alta quota e qualche vecchia baita, forse ormai abbandonata ma non in condizioni così pessime. Mi chiedo come deve essere vivere lassù, lontanissimi da tutto! Zona Grange dell'Autaret.



 

La neve era assente, ma salendo verso i 2800 m si trovavano molti banchi misti a pietraia. Alcuni richiedevano attenzione, perché al di sotto scorrevano piccoli corsi d'acqua, il cui rumore era sempre percepibile.

La pietraia era costituita da brandelli sottili, che scivolavano via sotto i piedi, anche a causa dell'alta presenza d'acqua sul terreno che rendeva tutto viscido.

Man mano che mi avvicinavo alla cresta dello spartiacque, iniziavo a intravedere delle strutture. La più curiosa, che non ho visitato, è un grosso bunker in cemento armato, residuo della guerra. Poi un'antenna ben visibile, di tipo meteorologico, ed alcune strutture in pietra sparse lì attorno.




 

Del bivacco osservando dal versante di Bellino, nessuna traccia di segnalazioni... cosa che mi ha allarmato non poco! Tuttavia, arrivato in cresta e seguendo le indicazioni verso la vetta(La Colletta nei pressi del monte Faraut) (sentiero S2), poco più avanti il bivacco è emerso in tutto il suo splendore!

All'apparenza piccolo, ma una volta dentro le dimensioni sembrano cambiare: interamente in legno, con vari letti a castello, zona radio, energia elettrica da pannello solare, un po' di cibo, attrezzi vari ed altro. Un luogo a disposizione di tutti, che però richiede grande rispetto da parte di chi vi transita, perché è fondamentale lasciarlo intatto!




 

Terminata la perlustrazione all'altezza di 2840 m, alle ore 10:10 circa, è iniziata la discesa per il ritorno. Sulla pietraia ho improvvisato, imboccando una via più diretta rispetto a quella della salita, anche perché il sentiero era visibile solo a tratti per via dei banchi di neve.

È incredibile come il ritorno, un po' per la discesa e un po' per la voglia di rientrare, sia sempre decisamente più veloce della salita!

Vista l'ora avanzata della mattina, ho iniziato a incrociare passanti che salivano mentre io scendevo. Il caldo iniziava a farsi sentire, anche perché in salita avevo incontrato alcune volte una tenue pioggerellina, che senza dubbio rinfrescava.

Ho raggiunto il Rifugio Melezé poco prima delle ore 12:00, con una percorrenza complessiva di 17,66 km e un tempo totale di 4 ore e 28 minuti. Classico caffè di rito al rifugio, due chiacchiere con il gestore e poi verso casa, in auto.

 



 

Come mia consuetudine, questa avventura è stata preparata con la Tecnicadel Monoallenamento Settimanale. Anche se lo stile trail centrava poco, salvo la corsa in discesa, ho comunque completato la percorrenza in modalità escursionistica, utilizzando una singola uscita settimanale di allenamento, come questo metodo insegna, per salvaguardare articolazioni e recupero.

 

Video Live della Percorrenza: 

 

File Komot della traccia GPS: https://www.komoot.com/it-it/tour/2324097077
 


Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai miei articoli ultratrail e trail:

Lunghissime distanze | Percorsi | Gare | Imprese | TRAVEL TRAIL | Pubblicazioni | link utili | Strategia d'allenamento |

Libro UltraTrail

 

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