sabato 30 agosto 2025

Traversata dalle Alpi Marittime al Mare: da Upega a Dolceacqua - 53km di percorrenza a piedi


 

Un’altra avventura a piedi che mi ha regalato enormi soddisfazioni, vissuta sabato 30 agosto, con partenza da Upega alle ore 6:20 del mattino, direzione Dolceacqua.

In realtà, l’idea iniziale era quella di partire alle 4:00 da Limonetto e intraprendere l’escursione transalpina. Tuttavia, dopo un’analisi del meteo sul posto, proprio al momento della partenza ho deciso di optare per un nuovo punto d’inizio, nel comune successivo, a causa della pioggia presente. Arrendersi? No. Ho preferito tergiversare e cercare una soluzione alternativa. Come spiegherò, è stata una scelta vincente.

La decisione di partire da Upega è arrivata forse un po’ forzatamente, ma non posso negare di aver vissuto un’esperienza meravigliosa, che resterà indelebile nei miei ricordi.


 

Attendo una ventina di minuti l’arrivo dell’alba e ne approfitto per rilassarmi ancora un po’ in auto, complice la levataccia alle 2:00. Inizio a camminare per il piccolo centro di Upega, ma orientarsi nel buio non è facile: senza nemmeno aver cominciato, sbaglio già strada. Imbocco poi il sentiero corretto che sale nel bosco verso la vetta, tra mucche al pascolo e un cane maremmano che mi avverte, con fare deciso, che lui è il padrone del posto. Nessun problema: proseguo in forte salita.

Dopo circa due ore arrivo in prossimità del Monte Bertrand, senza raggiungerne la cima, e assisto a uno spettacolo unico: nel primo chiarore del giorno, vedo il mare illuminato dai raggi del sole. Lo osservo intensamente: anche se lontanissimo, lascia intravedere la meta… anche se mi fermerò prima.

Avanzo per chilometri lungo le creste, con l’Italia da un lato e la Valle Roya dall’altro. È davvero una sensazione singolare avere, di tanto in tanto, un piede in uno Stato e l’altro in un altro.

Cammino in salita, corricchio in discesa, scatto foto e ogni due ore mi fermo per uno spuntino al volo. Contemplo il paesaggio continuamente e incrocio qualche passante. Quando sai che la tua destinazione è a più di 50 km, ti senti libero da ogni pensiero e ti chiedi cosa troverai più avanti. L’occhio cerca dettagli lontani, ma le montagne sono così tante che è impossibile prevedere.


 

Incrocio cartelli che indicano Liguria, Imperia, Francia. Pecore, mucche, margari italiani e francesi animano il paesaggio.

Il problema più grande è l’acqua. In Liguria me l’aspettavo: l’entroterra è meraviglioso ma secco, e bisogna essere previdenti. Ho avuto la fortuna di trovare un avamposto margaro con cisterna e acqua corrente, dove ho riempito la borraccia. Poi, più nulla fino a Pigna.

Proseguo e oltrepasso Cime Missoun (2400 m), Punta Farengia (2200 m), Cime Ventose (2100 m). A Monte Tanarello la quota resta stabile, poi inizia una nuova salita verso Monte Saccarel, guadagnando circa 100 m. Il percorso continua su un saliscendi tra boschi fitti e pascoli, in un’atmosfera da sogno che difficilmente si può immaginare vivendo in città.


 

Raggiungo Testa della Nava (quasi 2000 m), poi una strada sterrata che sembra di costruzione militare. Intravedo le indicazioni per Colle della Marta, ma proseguo oltre. Da lì, aguzzo la vista e scorgo, lontanissimo e bellissimo, il Lago di Tenarda (che visiterò un giorno).

Sempre in quota attorno ai 2000 m, passo accanto a Monte Gral e alle Cime della Velette. Territori sconosciuti che esploro per la prima volta grazie alla guida del mio GPS da polso (Garmin Fenix 7 Solar). Qualche errore di percorso c’è, non per la strumentazione, ma perché la mente ogni tanto viaggia per conto suo. Qualche avanti e indietro, ma la via è sempre quella giusta.

Un lunghissimo tratto nella nebbia mi preoccupa: sembra voglia piovere. Ma forse è stato meglio così, perché con il caldo e la mancanza d’acqua sarebbe stato difficile portare a termine l’escursione.

Arrivo in territori “conosciuti” grazie a mio cugino Dario, che mi aveva accompagnato sul Monte Toraggio quando avevo circa 30 anni. Non salgo in cima, ma ne percorro il perimetro, con il sapore del “già vissuto”. La sensazione di riconoscere vagamente un luogo dopo decine di chilometri di pura esplorazione è motivante.



 

Il Monte Toraggio richiede attenzione: sentieri pietrosi e stretti, strapiombi, tratti crollati. Tutto fattibile, ma con cautela. Sono ancora presenti costruzioni pericolanti del periodo bellico: meglio non avvicinarsi.


 

Inizia una serpentina in discesa tra le rocce, poi un’ora tra i boschi. Questa parte sembra interminabile: la discesa, seppur energizzante, diventa presto faticosa. Attenzione alle storte: i bastoncini sono fondamentali.

Scorgo il Monte Provenzale (1000 m), poi ancora avanti, tra uliveti caratteristici. A terra, qualche grossa pigna. Poco dopo, senza troppi segnali, intravedo il borgo medievale di Pigna e finalmente… le fontane! Dopo tanta disidratazione, un sollievo.

Pigna è stupenda: vicoli stretti come un labirinto, porte che si affacciano su stradine in pietra, archi, un campanile che emerge tra le case. Persone che si conoscono tra loro, negozietti nei vicoli bui. Mi perdo tra le vie e chiedo indicazioni per raggiungere la strada verso Dolceacqua. Avevo pianificato di oltrepassare il fiume Nervia per godere della periferia, ma il destino mi ha portato subito sulla strada.

Riprendo a camminare: scelgo un sentiero in salita tra gli uliveti, che allunga il tempo ma non la distanza. Ne è valsa la pena: ho evitato la trafficata provinciale e ho continuato a camminare immerso nella natura.


 

Arrivo a Isolabona, anch’esso caratteristico, con tracce di architettura medievale. Ancora tre chilometri lungo Via Roma, poi intravedo il traffico all’ingresso di Dolceacqua. Impressionante la densità di persone. Altri 500 metri e arrivo all’antico ponte dei Doria, immortalato da Monet, e al sovrastante castello. Uno spettacolo da sogno che conclude la mia traversata delle Alpi Marittime.

Partito da Upega, nel cuore della Valle Briga Alta, ai piedi del Marguareis, ho attraversato sentieri scorrevoli e impervi, sfiorando i 2400 m di quota diverse volte, fino a pochi passi dal mare ligure. In 13 ore e 18 minuti, ho percorso 53 km, con un dislivello positivo di 2090 m e negativo di 3320 m.


 

Questa avventura mi ha dato una carica motivazionale per un progetto parallelo che sta prendendo forma... Ringrazio mio cugino Dario Daniele, viaggiatore straordinario e autore di splendidi libri, una persona su cui si può contare. Mi ha accolto a Dolceacqua con alcuni amici. Senza alcuna pausa, abbiamo proseguito la serata in pizzeria, come se i chilometri non fossero mai esistiti.

Poi un altro amico, artigiano del legno e autore di viaggi in formato fotografico 3D, ha condiviso le sue storie. La notte a Sanremo, ospite di mio cugino, e infine il treno verso casa. Il giorno successivo, il lungo viaggio in auto per recuperare la mia macchina lasciata a Upega. Così si è conclusa definitivamente questa mia epica avventura.

 


 Link percorso GPS:

 https://www.komoot.com/it-it/tour/2542191188

 

Video Live dell'impresa:


 

 

Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai miei articoli ultratrail e trail:

Lunghissime distanze | Percorsi | Gare | Imprese | TRAVEL TRAIL | Pubblicazioni | link utili | Strategia d'allenamento |

Libro UltraTrail 

 

 





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