Oggi ho superato un nuovo traguardo
nella mia performance sul giro del Monte Bracco di 33km. Infatti
rispetto al tempo della volta scorsa ho migliorato di altri 11
minuti, chiudendo l'anello in 4 ore e 49 minuti. Si, mi era già
successo in passato di ottenere miglioramenti nella velocità con il
mio metodo del Monoallenamento per l'ultratrail ma pensavo che fosse
solo una conseguenza dell'insistenza, della perseveranza... Invece
anche in questa nuova trance di allenamenti, si presentano ancora una
volta considerevoli incrementi sulla velocità. Direi
sistematicamente.
Ho sempre considerato il
Monoallenamento come una tecnica dedita alla preparazione di ampi
chilometraggi, finalizzata alla pura lunga resistenza ma a quanto
pare mi sbagliavo.
Visti gli ultimi workout nel campo
della velocità non posso negare la realtà e non si tratta di pura
coincidenza dato che non è la prima volta che noto questa
caratteristica. IL MONOALLENAMENTO E' UTILE ANCHE PER INCREMENTARE LA
VELOCITA' NELLE LUNGHISSIME PERCORRENZE A PIEDI!
Adesso rifletterò sulla situazione e
mi prenderò il prossimo allenamento per pensare a come agire con una
breve seduta di 20km in pianura, dato che avrò lezione all'università di osteopatia ed è il massimo che potrò fare uscendo
la notte... quindi dovrò ripiegare con una corsa tradizionale,
magari con il supporto dei bastoncini, mista corsa/camminata... Tutto
per non uscire troppo dagli schemi e preservare le articolazioni. Non
voglio cadere nell'errore che fanno tutti gli over 40 quando si
allenano e si ritrovano con ginocchia 'spezzate' dall'esagerazione.
Devo aggiungere che con un'uscita a settimana è difficile che
succeda.
Imposterò la percorrenza su un ritmo
medio alto, quindi per il sabato successivo tornerò al mio solito
anello e vedrò come andranno le cose... Scriverò di certo un pezzo
apposito.
Riporto nuovamente qui di seguito la
differenza e l'incremento grafico con l'allenamento precedente:
Oggi è per il secondo allenamento
consecutivo che sento la terra scorrere sotto i miei piedi con molta
agilità! Si non esagero, infatti percepisco una sensazione di
miglioramento che non notavo da un paio d'anni, ormai.
Credo che questo miglioramento sia
dovuto al fatto che finalmente sto ritrovando il mio equilibrio dopo
un lungo periodo di 'trambusto' lavorativo. Spero di riuscire a
continuare.
Nel solito giro di ogni sabato percorro
i miei 33km attorno al Monte Bracco e per il medesimo tragitto ero
arrivato al vergognoso tempo di sei ore e piu'. Era quasi una
passeggiata oramai, che poco aveva a che fare con le mie vecchie
'glorie' ultratrail.
Forse per merito anche di alcuni
obbiettivi che voglio collegare al miei studi Osteopatici, in
connubio con l'ultratrail. Forse perché sento di nuovo il desiderio
di fare risultato nell'agonismo di questa specialità. Forse anche
per il fatto che voglio provare a dare un nuovo senso al mio metodo
del Monoallenamento settimanale, al fine di entrare nella rosa dei
primi a tagliare il traguardo nelle competizioni ultra. Non so se ci
riuscirò ma comunque di provo e il piu' delle volte quando mi metto
una cosa in testa, prima o poi centro l'obbiettivo. E' il mio
destino, sono fatto così!
Si sono ancora indietro rispetto ai
risultati dei miei 'tempi d'oro' nell'ultratrail ma credo che
riuscirò a replicarli nel giro di alcuni mesi. Continuo a spingere
ed in ogni allenamento raschio minuti in meno.
Tanto per dire delle ultime due uscite,
in quella passata ho concluso i 33km montani in 5 ore e 25 minuti,
mentre oggi lì ho chiusi in 5 ore nette! Credo sia un buon
cambiamento. Poco dopo il termine del giro ma anche durante, ho
analizzato mentalmente i punti dove potevo ulteriormente spremere le
gambe per fare piu' in fretta. Sono già qui che aspetto con ansia il
prossimo anello attorno al Monte Bracco per verificare! Poi tra due
settimane farò un giro di scarico di 20 di km con un lieve
dislivello, quindi altri miglioramenti le settimane dopo, sulla
distanza sempre dei 33km!
Mi sono posto un obbiettivo nella
velocità che voglio raggiungere ma preferisco non scriverlo, non
vorrei mi portasse sfortuna, inoltre non so nemmeno se riuscirò ad
ottenerlo. Confido di si e quando ci riuscirò vedrete di certo un
articolo apposito.
E' inutile dire che al mio ritorno alle
gare vorrò essere nella miglior forma fisica di sempre.
Ho previsto una progressione a scalini,
prima nella velocità su una distanza fissa e poi al consolidamento,
un ulteriore passo piu' in là nella distanza. Cerco di superare i 43
km e poi mantenerli per per guadagnare altra velocità, in modo da
avere un'ottima protezione nelle competizioni vicine a quelle
lunghezze!
La chiave allenante del Monoallenamento
permette di spingere ed in seguito pensare al recupero attivo per
tornare nell'uscita dopo con le forze al 100%. Per la cronaca con
recupero attivo intendo il mio Matevo®, nel lunedì, mercoledì e
venerdì, mentre il martedì e giovedì mi dedico allo stretching.
Faccio tutto a casa mia ora che non ho piu' il centro fitness.
Il prossimo sabato su quella distanza
di 33km dell'anello del Monte Bracco cercherò di stare sotto le 5
ore, dopo un'eternità che non ci riesco. Spero di centrare
l'obbiettivo perché nuovi traguardi raggiunti alimentano la
motivazione oltre ogni limite.
Includo qui un'immagine di confronto
fra questi due ultimi allenamenti:
Oramai ho ripreso a pieno
titolo gli allenamenti, che erano da troppo tempo irregolari ed
infrequenti. Non ho ancora raggiunto i miei massimi risultati di un
tempo ma posso ritenermi soddisfatto e confido che tra qualche tempo
potrò tornare a pieno regime. L'avventura che sto per descrivere è
solo un anticipo per la mia nuova stagione agonistica che forse
prenderà il via già in questo 2019.
E' sempre bello osservare
questo reticolato di strade, che pian piano risalendo i colli si
trasformano in sentieri a volte invisibili. Poi continuando per
questa fitta ragnatela globalmente collegata si scavalcano i
valloni. Durante lunghe discese i sentieri tornano ad ingrandirsi in strade, prima sterrate e poi asfaltate, con infiniti snodi
si oltrepassano a piedi enormi barriere chilometriche.
Ma veniamo al dunque. Sono
arrivate le 4.20 e la sveglia ha iniziato a suonare, gran farica ad
alzarsi e passano alcuni altri minuti, poi tutti i preparativi del
caso con zaino, indumenti, cibo, liquidi, tecnologia gps... quindi
alle 5.35 ero nel buio delle stradine enviesi per iniziare questa
bella e come racconterò per alcuni versi particolare avventura a
piedi.
Con il mio fido cagnolino
saliamo la collina di Envie fino a raggiungere San Bernardo di
Montebracco, ancora nell'oscurità boschiva. Macchia mi sta vicino
quando è notte, pian piano arriva l'alba e così vedo che sparisce
ai primi raggi di luce per poi ritornare ai miei piedi. Quando
raggiungo Motetto di Rifreddo è ormai chiaro e si notano anche ampi
nuvoloni che non promettono nulla di meteorologicamente buono. Non
importa si prosegue tra corsa e camminata spedita. Ogni ora mangio
qualcosa(un microspuntino) e ogni trenta minuti sorseggio un po'
d'acqua(tre sorsi mai di più). Ho imparato a mie spese in passato
cosa significa restare per ore in mezzo al niente con la borraccia
secca, non per niente quando sono in alta quota e le fontane
spariscono, mi servo sempre dei limpidi ruscelli naturali per bere.
Ancora, passo dopo passo arrivo a Rocchetta, poi Paesana dove
incontro le prime difficoltà sul sentiero. Infatti costeggiando il
fiume Po nei pressi di Calcinere, dopo Erasca, trovo un sentiero che
negli anni è diventato sempre più 'chiuso' dalla vegetazione e
quest'anno è totalmente impraticabile costringendo me ed il cane ad
un cambio di direzione che mi ha portato via molto tempo. Poi sempre
nel tratto paesanese altri intoppi legati alla cattiva pulizia dei
sentieri. Mi chiedo se queste aree di transito escursionistico tra
qualche anno esisteranno ancora? E' mi chiedo anche se un trekker
forestiero, armato di cartina(visto che sono cartograficamente
presenti) si ritrovi bloccato tra i rovi presenti come possa sentirsi
e che parere possa costruirsi nei confronti della bella Valle Po?
Senza divagare ritorno
alla mia avventura a piedi tra Envie, Francia e Bobbio Pellice.
Superati questi ostacoli 'paesaggistici' sono arrivato nei pressi di
Oncino dove invece è tutto ben curato, quindi, Saret alla grande
Panchina. In quel punto ho incontrato due amici Liguri appassionati
di Ultratrail con i quali è stato bello fare due parole. Quindi
Crissolo per un caffè veloce e una telefonata a casa. Sono ripartito
alla volta del Pian della Regina e poi Pian del Re, con una pausa
cibo sia per me che per Macchia. Oramai in piene ore pomeridiane
avanzo per la salita di quasi 900 metri di dislivello che mi porterà
al tunnel del Buco di Viso. Passo in Francia e quindi inizio a
perdere quota per poi risalire fino alla vetta del colle
Sielliere(2851m), sullo spartiacque tra Francia ed Italia. Una breve
panoramica, con il bel Monviso che si vede da un angolazione insolita
e quindi discesa tra le nubi presenti verso la Valle Pellice. I passi
vanno veloci per la paura di restare al buio(pila frontale scarica)
in quelle zone deserte. Una tappa al rifugio con la speranza di
trovare un punto Wifi per aggiornare casa sulla situazione di
percorrenza ma niente, internet come mi aspettavo del resto, in
montagna proprio non esiste. Quindi anche lì due parole, qualche
informazione sulla distanza che mi separa da Bobbio Pellice e quindi
scendo veloce col cane al mio fianco. Raggiungo i resti di un vecchio
aeroplano precipitato nel 1957, una foto e vado ancora avanti.
Raggiungo Villanova e oramai la notte inizia a prendere il
sopravvento. I sentieri sono però diventati strada sterrata
carreggiabile ma abitazioni se ne vedono poche, una ogni diversi
chilometri, alcune di margari ed altre vuote. Come ho già accennato,
non posso usare la torcia frontale perché purtroppo sono partito di
casa senza accorgermi che fosse scarica! Un gran problema. Torna il
bosco e imbocco un sentiero che mi toglie alcuni chilometri, come da
tracciato gps. Buio completo con forti cascate nascoste dall'oscurità
del fiume Pellice. Un ambiente inquietante, però bello. Tanto rumore d'acqua. Macchia vedo
che ha paura e non mi molla. Inizio ad usare la torcia del
telefonino, che ho tenuto volontariamente in modalità 'aero' per
l'emergenza di affrontare una situazione del genere e risparmiare batteria. Usare una pila
'a mano' non è molto comodo tenendo conto che avevo anche i
bastoncini da sorreggere. Nessuno sbaglio di strada per fortuna e
continuo per l'interminabile discesa ben 2000m metri di dislivello
per strade tortuose e buie, verso Bobbio Pellice. Anche se avevo già
quasi 50km nelle gambe del tragitto precedente, quando sei in
situazione di 'allarme' la stanchezza passa. Supero la zona Pra e
chiedo qualche informazione alle pochissime persone che incontro ma
sono stranieri e non mi capiscono. La strada diventa asfaltata e a
quel punto il cellulare inizia a funzionare e avverto tutti quelli
che mi hanno cercato senza risposta da parte mia. Quindi corro per
non so quanti chilometri sempre al buio tra varie piccolissime
borgate, qualche lampione ogni tanto ma per lo più sempre buio. Ho
incrociato un paio di macchine ma fortunatamente ho l'abitudine di
tenere il cane al guinzaglio quando sono su asfalto. Per cui nessun
pericolo ma accompagnare Macchia con le mani già così tanto
impegnate, con torcia e bastoncini, mentre si corre non è cosa
facile.
Verso le 22.00 vedo in
lontananza finalmente un chiarore diffuso e sento di non avere più
molta distanza dalla meta. Nel frattempo mia moglie mi scrive via
messaggio che è arrivata ad aspettarmi. Tengo duro ancora un paio di
chilometri, quindi dopo oltre 62km(considerando gli sbagli di strada)
in 16 ore e 40 minuti concludo questa lunga e 'spericolata'
percorrenza con un fortissimo dislivello positivo(4481m) quasi totalmente su
sentiero, sovente disconnesso...
Come ho già anticipato in principio, con questa percorrenza
concludo una fase di allenamento che mi ha portato a ripristinare la
mia condizione di ultratrailer, in vista di nuove gare. Continuo ad
allenarmi con la mia tecnica del Monoallenamento settimanale, con in
progetto altre lunghe percorrenze a piedi da completare!
Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai
miei articoli ultratrail e trail:
Erano molti mesi che non facevo uscite
ultra. Da quando non ho più la palestra ho perso un po' 'il giro' ma
nessun problema e mi riattivo in men che non si dica! Devo dire che
ero già in astinenza da questo genere di cose. Quando assapori il
'bello di fare fatica', di farcela con le tue gambe, non ci puoi più
rinunciare! Dopo aver rimandato varie volte per motivi sia di lavoro
che di studio ho pensato che oggi, sabato 29 giugno 2019, fosse il
giorno giusto. Venerdì sera ho preparato lo zainetto con il minimo
indispensabile, quindi la mattina sveglia alle 3.30 e ancora
controlli sul necessario... Il cane chiuso in casa a 'mugolare'
perché voleva venire... Poverino piace anche a lui. Anche lui per
colpa mia è diventato dipendente dall'ultra! Per le strade
frequentate dalle auto però è meglio non portarlo per la sua
incolumità. Il 'bello' però non è stato tanto il cane, dato che 'i suoi capricci' me li aspettavo, quello che però non immaginavo è stato che all'uscita
di casa ho trovato una pioggia incombente con lampi e tuoni! Sembrava
l'apocalisse! Quindi dalle 4.30 alle 4.50 ho aspettato davanti al
portone di casa per vedere se smetteva. Niente, un pochino 'allentava
la presa' e poi riprendeva, così ho raccolto tutta la forza di
volontà 'da appena sveglio' e sono partito ugualmente. Inutile
scrivere che nel giro di 5km ero bagnato fino alle mutande.
Proseguendo nella notte, con la mia
pila frontale, sono arrivato a Saluzzo, è per un breve istante tutto
sembrava migliorare nella condizione meteo. Giusto il tempo di
'girare' un'altra parte del solito video LIVE che documenta ogni
volta le mie uscite ed è ripresa la pioggia, fortissima, appena
riposta la videocamera. Una vera sfortuna! Quindi nella solitudine
saluzzesse sia per la pioggia che per motivi d'orario(stimo fossero
poco più delle 6.15), ho attraversato la città passando dietro
l'ospedale, quindi in prossimità dell'area camper e ho proseguito
per Manta. In quel punto ho perfino incontrato un altro 'pazzo'
corridore come me. Era appena passata l'alba.
Di filato ho attraversato Manta e da
lì in poi ho ritenuto opportuno accendere l'orologio GPS, visto che
le strade alternative erano molte e il più delle volte a me
sconosciute. Il percorso caricato sul dispositivo non mi ha mai
tradito. Si c'è stata qualche svista mia che una volta in
particolare mi ha portato fuori di un paio di chilometri, poi tutto a
posto.
Quindi Verzuolo, Busca abbastanza a
passo spedito. Intorno alle 8.30 la pioggia è sparita, prima
sostituita da fitte nuvole e poi da pallidi raggi di sole. Dopo le
10.30 è iniziato un fortissimo caldo tendente all'aumento fino a
Cuneo. Devo scrivere che a Costigliole ho trovato un pezzo di salita
abbastanza ripida, seguita da una lunga discesa. Niente di di che,
anche se ha fornito un tocco di varietà ad un percorso altrimenti
totalmente pianeggiante.
Per tutto il tracciato ho abbracciato
un'alternanza di sterrato ed asfalto, strade mediamente trafficate ed
altre di piena campagna con frutteti ovunque. Come accennato poco
sopra, ho avuto anche uno 'sbaglio strada' nei pressi di Verzuolo ma
niente di irrecuperabile, che se al termine di quei lunghi
chilometraggi 2 km persi 'a gratis' si fanno sentire a fine avventura.
Una frazione che ho apprezzato
particolarmente, dato che come ad ogni mia uscita resto senza acqua
nella borraccia, è stata Bosco nei pressi di Cuneo, in mezzo al
niente in piena campagna. Una Chiesetta, 'quattro case' ed un
localino chiuso. Lì mi sono fermato per 7-8 minuti giusto per
reintegrare i liquidi persi abbondantemente e poi pieno alla
borraccia e di nuovo via... Si, fa effetto sentire il peso dell'acqua
sullo zaino che saltella e sbatte contro il petto ma è il prezzo da
pagare per averne sempre una scorta appresso. Qualche messaggio ad
amici e famiglia su come andavano le cose e i chilometri scorrevano
nuovamente sotto i miei piedi. Migliaia e migliaia di passi. A volte
sento conoscenti parlare di passi conteggiati da quei nuovi strumenti
di misura da polso e mi fa sorridere sapere dei traguardi imposti da
quei canonici 10000 passi giornalieri. Vabbè siamo nell'era moderna
dove l'immobilità regna sovrana. Non dico mai niente.
Varie frazioni ancora attraversate e
poi finalmente il mastodontico ponte entrante in Cuneo centro, il
Viadotto Soleri altamente trafficato e raggiunto alle 12.00 circa.
Entrato in Cuneo, presso la famigerata Piazza Galimberti ho girato
l'ultimo video e con la fortuna di aver una fontana proprio al mio
fianco, testa sotto con una gran bevuta e una bella rinfrescata
finale! Erano le ore 12.13.
Ho raggiunto mia moglie e dopo una
breve sosta al bar mi sono gustato quel 'famoso caffé' che volevo
bermi da tranquillo all'arrivo, in piazza. Dopotutto ho fatto tutto
il viaggio apposta per quello! Quando faccio questo genere di cose ed
arrivo in zone molto frequentate, la gente mi guarda sempre in modo
un po' strano, visto l'abbigliamento sudicio e sudato, la fatica
scolpita in faccia... Probabilmente credono che sono un pazzo e forse
non sbagliano.
Come mio solito, per ridurre la
possibilità di infortunio e comunque tenere discretamente alta la
velocità del passo ho alternato 5 minuti di corsa e 5 di camminata
veloce con bastoncini. Ho utilizzato questa tecnica per tutto il
tragitto, in virtù del fatto che è già stata ampiamente collaudata
in mie precedenti avventure a volte ben più lunghe completate con
buon successo. A parte il momento di Frazione Bosco non mi sono mai
fermato e nonostante il poco allenamento ed un marcato aumento di
peso corporeo(88kg) sono stato felice di riuscire a completare il
47km(sbaglio compreso) di collegamento tra Envie e Cuneo in 7 ore
e 23 minuti(pausa compresa), anche se la mia stima prima di partire che durante il tragitto era di 8-10 ore alla fine è andata meglio. La velocità non è stata altissima, con
una media di 6,36km/h ma tutto sommato mi posso accontentare.
Chiudo menzionando l'immancabile
tecnica del Monoallenamento settimanale, che mi accompagna ogni volta
nella preparazione. Anche se non sono più riuscito ad allenarmi
secondo i dettami ultratrail non ho mai mancato di fare quell'unica
uscita settimanale in montagna magari breve, che ha permesso al mio corpo di
rimanere capace di completare grandi distanze a piedi. Soprattutto
senza i ricorrenti e tipici infortuni da usura che caratterizzano gli
atleti di questo genere dopo anni di percorrenze. Le grandi distanze sono più che altro un fatto 'di testa'.
Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai
miei articoli ultratrail e trail: