mercoledì 4 settembre 2019

A passo ultratrail per 62km tra i monti di Envie-Francia-Bobbio Pellice

Oramai ho ripreso a pieno titolo gli allenamenti, che erano da troppo tempo irregolari ed infrequenti. Non ho ancora raggiunto i miei massimi risultati di un tempo ma posso ritenermi soddisfatto e confido che tra qualche tempo potrò tornare a pieno regime. L'avventura che sto per descrivere è solo un anticipo per la mia nuova stagione agonistica che forse prenderà il via già in questo 2019.
E' sempre bello osservare questo reticolato di strade, che pian piano risalendo i colli si trasformano in sentieri a volte invisibili. Poi continuando per questa fitta ragnatela globalmente collegata si scavalcano i valloni. Durante lunghe discese i sentieri tornano ad ingrandirsi in strade, prima sterrate e poi asfaltate, con infiniti snodi si oltrepassano a piedi enormi barriere chilometriche.
Ma veniamo al dunque. Sono arrivate le 4.20 e la sveglia ha iniziato a suonare, gran farica ad alzarsi e passano alcuni altri minuti, poi tutti i preparativi del caso con zaino, indumenti, cibo, liquidi, tecnologia gps... quindi alle 5.35 ero nel buio delle stradine enviesi per iniziare questa bella e come racconterò per alcuni versi particolare avventura a piedi.
Con il mio fido cagnolino saliamo la collina di Envie fino a raggiungere San Bernardo di Montebracco, ancora nell'oscurità boschiva. Macchia mi sta vicino quando è notte, pian piano arriva l'alba e così vedo che sparisce ai primi raggi di luce per poi ritornare ai miei piedi. Quando raggiungo Motetto di Rifreddo è ormai chiaro e si notano anche ampi nuvoloni che non promettono nulla di meteorologicamente buono. Non importa si prosegue tra corsa e camminata spedita. Ogni ora mangio qualcosa(un microspuntino) e ogni trenta minuti sorseggio un po' d'acqua(tre sorsi mai di più). Ho imparato a mie spese in passato cosa significa restare per ore in mezzo al niente con la borraccia secca, non per niente quando sono in alta quota e le fontane spariscono, mi servo sempre dei limpidi ruscelli naturali per bere. Ancora, passo dopo passo arrivo a Rocchetta, poi Paesana dove incontro le prime difficoltà sul sentiero. Infatti costeggiando il fiume Po nei pressi di Calcinere, dopo Erasca, trovo un sentiero che negli anni è diventato sempre più 'chiuso' dalla vegetazione e quest'anno è totalmente impraticabile costringendo me ed il cane ad un cambio di direzione che mi ha portato via molto tempo. Poi sempre nel tratto paesanese altri intoppi legati alla cattiva pulizia dei sentieri. Mi chiedo se queste aree di transito escursionistico tra qualche anno esisteranno ancora? E' mi chiedo anche se un trekker forestiero, armato di cartina(visto che sono cartograficamente presenti) si ritrovi bloccato tra i rovi presenti come possa sentirsi e che parere possa costruirsi nei confronti della bella Valle Po?
Senza divagare ritorno alla mia avventura a piedi tra Envie, Francia e Bobbio Pellice. Superati questi ostacoli 'paesaggistici' sono arrivato nei pressi di Oncino dove invece è tutto ben curato, quindi, Saret alla grande Panchina. In quel punto ho incontrato due amici Liguri appassionati di Ultratrail con i quali è stato bello fare due parole. Quindi Crissolo per un caffè veloce e una telefonata a casa. Sono ripartito alla volta del Pian della Regina e poi Pian del Re, con una pausa cibo sia per me che per Macchia. Oramai in piene ore pomeridiane avanzo per la salita di quasi 900 metri di dislivello che mi porterà al tunnel del Buco di Viso. Passo in Francia e quindi inizio a perdere quota per poi risalire fino alla vetta del colle Sielliere(2851m), sullo spartiacque tra Francia ed Italia. Una breve panoramica, con il bel Monviso che si vede da un angolazione insolita e quindi discesa tra le nubi presenti verso la Valle Pellice. I passi vanno veloci per la paura di restare al buio(pila frontale scarica) in quelle zone deserte. Una tappa al rifugio con la speranza di trovare un punto Wifi per aggiornare casa sulla situazione di percorrenza ma niente, internet come mi aspettavo del resto, in montagna proprio non esiste. Quindi anche lì due parole, qualche informazione sulla distanza che mi separa da Bobbio Pellice e quindi scendo veloce col cane al mio fianco. Raggiungo i resti di un vecchio aeroplano precipitato nel 1957, una foto e vado ancora avanti. Raggiungo Villanova e oramai la notte inizia a prendere il sopravvento. I sentieri sono però diventati strada sterrata carreggiabile ma abitazioni se ne vedono poche, una ogni diversi chilometri, alcune di margari ed altre vuote. Come ho già accennato, non posso usare la torcia frontale perché purtroppo sono partito di casa senza accorgermi che fosse scarica! Un gran problema. Torna il bosco e imbocco un sentiero che mi toglie alcuni chilometri, come da tracciato gps. Buio completo con forti cascate nascoste dall'oscurità del fiume Pellice. Un ambiente inquietante, però bello. Tanto rumore d'acqua. Macchia vedo che ha paura e non mi molla. Inizio ad usare la torcia del telefonino, che ho tenuto volontariamente in modalità 'aero' per l'emergenza di affrontare una situazione del genere e risparmiare batteria. Usare una pila 'a mano' non è molto comodo tenendo conto che avevo anche i bastoncini da sorreggere. Nessuno sbaglio di strada per fortuna e continuo per l'interminabile discesa ben 2000m metri di dislivello per strade tortuose e buie, verso Bobbio Pellice. Anche se avevo già quasi 50km nelle gambe del tragitto precedente, quando sei in situazione di 'allarme' la stanchezza passa. Supero la zona Pra e chiedo qualche informazione alle pochissime persone che incontro ma sono stranieri e non mi capiscono. La strada diventa asfaltata e a quel punto il cellulare inizia a funzionare e avverto tutti quelli che mi hanno cercato senza risposta da parte mia. Quindi corro per non so quanti chilometri sempre al buio tra varie piccolissime borgate, qualche lampione ogni tanto ma per lo più sempre buio. Ho incrociato un paio di macchine ma fortunatamente ho l'abitudine di tenere il cane al guinzaglio quando sono su asfalto. Per cui nessun pericolo ma accompagnare Macchia con le mani già così tanto impegnate, con torcia e bastoncini, mentre si corre non è cosa facile.
Verso le 22.00 vedo in lontananza finalmente un chiarore diffuso e sento di non avere più molta distanza dalla meta. Nel frattempo mia moglie mi scrive via messaggio che è arrivata ad aspettarmi. Tengo duro ancora un paio di chilometri, quindi dopo oltre 62km(considerando gli sbagli di strada) in 16 ore e 40 minuti concludo questa lunga e 'spericolata' percorrenza con un fortissimo dislivello positivo(4481m) quasi totalmente su sentiero, sovente disconnesso...
Come ho già anticipato in principio, con questa percorrenza concludo una fase di allenamento che mi ha portato a ripristinare la mia condizione di ultratrailer, in vista di nuove gare. Continuo ad allenarmi con la mia tecnica del Monoallenamento settimanale, con in progetto altre lunghe percorrenze a piedi da completare!


Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai miei articoli ultratrail e trail:

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