Mappa Cromagnon 2014 130km |
Anche l'ultratrail du
Cromagnon 2014 è concluso. Il percorso nuovo pur essendo molto
panoramico si è rivelato durissimo, soprattutto nella parte
successiva a Breil. Infatti dall'inizio fino al 80 esimo km tutto
scorreva abbastanza bene con un percorso adatto all'andatura tipica
dell'ultratrail. Gli ultimi 50 km invece erano tutt'altra cosa, un
po' perché la stanchezza arrivati lì era già alta, più che altro
però era lo sviluppo dell'itinerario a rendere tutto quanto
durissimo. Dopotutto si sa, gli ultratrailers non si arrendono di
fronte alle difficoltà, anzi le cercano superandole!
Certo che vedere in concomitanza svilupparsi 3 tre gare sullo stesso itinerario è stato psicologicamente molto disorientante. Infatti osservare alcuni amici già tranquilli per aver terminato i 74 km dell'appena nato Marguareis con appena 34 iscritti. Poi con la nuova staffetta del CRO si vedevano atleti fermarsi ed altri partire freschi proprio quando le cose diventavano durissime per i partenti da Limone! Senza considerare l'immissione dei 57 concorrenti del Neander nei 50km finali che sfrecciavano veloci per l'ultimo tratto con le loro gambe ancora buone. Tutte caratteristiche queste che rendevano alta la tensione psicologica, aggiungendo stress alla pura percorrenza.
Certo che vedere in concomitanza svilupparsi 3 tre gare sullo stesso itinerario è stato psicologicamente molto disorientante. Infatti osservare alcuni amici già tranquilli per aver terminato i 74 km dell'appena nato Marguareis con appena 34 iscritti. Poi con la nuova staffetta del CRO si vedevano atleti fermarsi ed altri partire freschi proprio quando le cose diventavano durissime per i partenti da Limone! Senza considerare l'immissione dei 57 concorrenti del Neander nei 50km finali che sfrecciavano veloci per l'ultimo tratto con le loro gambe ancora buone. Tutte caratteristiche queste che rendevano alta la tensione psicologica, aggiungendo stress alla pura percorrenza.
La regina però è sempre
una sola la Cromagnon, è il solo fattore di essere lì ha fatto
sentire i 340 iscritti dei privilegiati, anche per quelli che hanno
tentato ma non sono riusciti a concluderla. Infatti sono stati solo
197 i finisher.
Alle 4.00 del mattino,
dopo una dormita in auto o in sacco a pelo per quelli che hanno fatto
come me arrivati lì già dal venerdì, è partita una delle gare
pioniere in Italia per l'ultratrail: Il Grand Raid International du
Cromagnon 2014. Tutto in una veste nuova ancor più attraente del
passato. Quest'anno si sono incrociati svariati paesini
caratteristici della Valle Roya.
La fatica è stata senza
eguali in paragone con altre competizioni del genere e per chi
desidera mettersi veramente alla prova la Cromagnon è proprio quello
che ci vuole!
Non è tanto per
descrivere la gara che scrivo queste righe ma per sottoporre al
lettore gli ultimi test che sto svolgendo sempre utilizzando la
tecnica del Monoallenamento settimanale per l'ultratrail.
Naturalmente se non fossi soddisfatto dei risultati non starei
scrivendo. Il Monoallenamento è già ampiamente collaudato visto
che tutte le mie gare dal 2006 a oggi sono state preparate sempre con
questa strategia. Lavori svolti anche su molti altri atleti. Con la
Cromagnon però ho voluto mettere in pratica la così detta 'prova
del nove', quindi quest'anno ho voluto ripartecipare a questa nuova versione più lunga e faticosa di 130km.
Che scrivere?! Impresa
compiuta! Così con 24 ore e 40 minuti di percorrenza sono arrivato a
Cap d'Ail sulla spiaggia del traguardo con il mare di fronte...
Niente di più bello. La soddisfazione dell'arrivo e l'orgoglio di
aver proposto un metodo che funziona così bene per la preparazione
di questo avventuroso sport mi fornisce motivazione per divulgare
ancora di più un allenamento sostenibile, finalizzato alle
percorrenze estreme a piedi...
Riportando alcuni dati. Quest'anno ho iniziato la preparazione a marzo, con alle spalle non più di 15 uscite, considerando che in alcune occasioni ho dovuto saltare l'allenamento per motivi vari.
Riportando alcuni dati. Quest'anno ho iniziato la preparazione a marzo, con alle spalle non più di 15 uscite, considerando che in alcune occasioni ho dovuto saltare l'allenamento per motivi vari.
Lo strafare in questa
specialità, come in molte altre discipline estreme è di solito la
norma che il più delle volte porta ad un cronico stato di sovra
allenamento ancor prima di arrivare al giorno dell'evento. Proprio un
dettaglio che mi viene in mente in questo momento è l'immagine di un
partecipante alla Cromagnon qui riportata, con i piedi fracassati
ancor prima del 30esimo km. Ovviamente questa persona si era rovinato
negli allenamenti per essere in quello stato, con eccessi assurdi
senza dare per nulla spazio al recupero organico. La sindrome del di
più è meglio miete vittime! Certamente l'atleta infortunato a causa
dei suoi eccessi e sbagli non ha nemmeno potuto assaporare cosa vuol
dire arrivare a concludere 130km tra le montagne perché si è dovuto
fermare molto prima... Un vero peccato.
Praticare via via lunghe uscite una sola volta a settimana per dare spazio al recupero permetterà sempre una 'guarigione' completa da ogni micro trauma dovuto all'allenamento precedente, evitando cronici accumuli pre infortunio. Tale schema nell'arco di pochi mesi permette di gestire itinerari chilometricamente colossali senza danni e in modo sostenibile. Dopotutto il bello di praticare uno sport è di farlo nel rispetto della salute per un periodo paragonabile alla lunghezza della vita stessa dell'atleta. A poco serve esagerare per qualche anno guadagnando del tempo sulla percorrenza in modo forzato, per poi smettere rovinosamente per motivi da ususra fisica! Proprio verso questo tema si orienta il lavoro del mio libro.
Praticare via via lunghe uscite una sola volta a settimana per dare spazio al recupero permetterà sempre una 'guarigione' completa da ogni micro trauma dovuto all'allenamento precedente, evitando cronici accumuli pre infortunio. Tale schema nell'arco di pochi mesi permette di gestire itinerari chilometricamente colossali senza danni e in modo sostenibile. Dopotutto il bello di praticare uno sport è di farlo nel rispetto della salute per un periodo paragonabile alla lunghezza della vita stessa dell'atleta. A poco serve esagerare per qualche anno guadagnando del tempo sulla percorrenza in modo forzato, per poi smettere rovinosamente per motivi da ususra fisica! Proprio verso questo tema si orienta il lavoro del mio libro.
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