Ho voluto collegare Envie al Rucas a
piedi. Utilizzare le lunghe percorrenze ultratrail per raggiungere
obbiettivi chilometricamente imponenta è diventato per me una vera
passione. Non mi alleno più con l'ultratrail, come per altro avevo
già scritto nel mese di giugno 2018. A quanto pare però la capacità
di completare decine o centinaia di chilometri a piedi non viene
persa, se coltivata per decenni. Certo cambia la velocità del passo,
comunque però si riesce a raggiungere il 'traguardo'. Probabilmente
diventa una capacità acquisita sia dal fisico che dalla mente. Una
sorta di normalità...
Veniamo al giro però.
Sono partito da Envie alle 9.40(dopo
essermi crogiolato nel letto per un bel po'), via quindi di corsa per
salire dalla zona di Sant Antonio e quindi proseguire lungo la
tagliafuoco fino alla Trappa. Da lì ho imboccato 'Via Nuova', una
strada sterrata a lunga e carreggiabile. Dopo alcuni chilometri
questa però diventa sentiero, sfiorando varie Balme tipiche del
Monte Bracco. Era facile sbagliare strada anche con l'uso del gps
dato che i bivi erano molti ed alcuni assomigliavano al tragitto
esatto ma su dislivelli differenti... Il mio orologio gps ha una
precisione di 30-50m quindi nel dettaglio diventa incerto, anche se
per me è un aiuto insostituibile. Infatti tali zone non le avevo mai
percorse e le ho 'visitate' solo al gps mentre le tracciavo al PC con
GPS VISUALIZER.
Ho incrociato la locanda della
colletta(Paesana), dove ho toccato lo stradone per pochi metri e
quindi di nuovo nel bosco. Con il cane cerco sempre di restare in
zone libere dal traffico così da lasciarlo libero avanti pochi metri
a me. Ho attraversato la valle Infernotto con il rispettivo fiume. Un
posto caratteristico quanto desolato. Case poche, persone nessuna!
Dopo un po' di risalita verso
Montoso(che non ho toccato) ho involontariamente attraversato il
Monastero di 'Pra d' mill', un posto stupendo, quanto tranquillo. Ho
subito legato il cane al guinzaglio. A quel punto altra risalita e
poi un mulattiera che entrava nelle cave costeggiando lo stradone,
una via molto panoramica che ad un certo punto si è ricongiunta per
gli ultimi 4km di stradone. In quella zona il fortunato incontro di
un mio amico che con suo fuoristrada esplorava quelle zone, due
parole e poi visto che erano già quasi le 17.00 e il buio incombeva
ho chiesto un passaggio per il ritorno dopo l'arrivo al piazzale.
Così ho proseguito di corsa per quegli ultimi chilometri ma Macchia
era stremato restando sempre dietro a me. Ultimi sforzi e quindi il
piazzale, il cartello con la scritta 'Rucas', i suoi due fantomatici
condomini et voilà, il giro si è concluso alle 17.17 con 35km 7 ore
e 37minuti di percorrenza. Il dislivello è stato molto forte, che ha
reso questo piccolo tragitto decisamente impegnativo in termini di
tempo dedicato. Così verso casa sull'auto del mio amico Valter, io e
Macchia.
Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai
miei articoli ultratrail e trail:
La Liguria, non so bene
il perché, mi entusiasma da anni. Forse perché da bambino ho
passato molti anni in vacanza lì... In ogni caso percorrere a piedi,
in soluzione unica, gran parte del litorale è una cosa che ritornava
nei miei pensieri molte volte da quando sono diventato ultratrailer.
Pieno di buoni propositi
ho organizzato tutto e venerdì notte sono partito con l'auto verso
la stazione di Savona per prendere l'ultimo treno delle 22.34 verso
Ventimiglia. Ero un po' preoccupato perché sui colli in auto vedevo
già il parabrezza con gocce d'acqua, poi a Savona un forte vento.
Non erano esattamente le condizioni migliori per iniziare. Non ci ho
voluto dare peso!
Arrivato a Ventimiglia a
mezzanotte, alle ore 00.05 di sabato 6-10-18 sono sono partito a
piedi verso il mare. Quindi da lì la lunga passeggiata di
Ventimiglia che poi è diventata ciclabile fino a Bordighera.
Dopo Bordighera verso
Ospedaletti solo un piccolo marciapiede sul bordo strada ma comunque
confortevole per la percorrenza in sicurezza dalle automobili.
Ventimiglia - Savona 113km
Non c'era nessuno in giro
mano a mano che avanzavano le ore tarde, solo qualche ubriaco a piedi
che forse festeggiava con amici(Bè era la notte tra venerdì e
sabato quindi la mondanità era viva) e poche macchine di tanto in
tanto. Sembrava quasi di essere in alta quota ad un certo punto,
tanto che c'era silenzio nonostante la zona decisamente urbana!
Faceva davvero effetto!
Viaggio in treno verso Ventimiglia per iniziare a 'sgambettare'
Da Sanremo in poi ho
avuto una trentina di chilometri di pace assoluta dalle automobili
data la presenza della famosa ciclabile che sostituisce la vecchia
ferrovia.
A San Lorenzo ho avuto
qualche problema vista la strada stretta e il termine della
ciclabile. Erano circa le cinque del mattino è ho provato in vari
modi a continuare la percorrenza cercando passaggi sicuri ma non ne
ho trovati, quindi ho optato per tornare indietro di qualche
centinaio di metri e coricarmi in un posto 'comodo' sulla spiaggia a
due metri dal mare. In quel momento ho sentito il sapore
dell'avventura nonostante il disagio dell'interruzione momentanea
della percorrenza. Fermo dalla corsa faceva freddo, così ho
indossato Pile e Keeway, un berretto e poi lo zaino è diventato un
cuscino, così i miei occhi si sono chiusi per circa un'ora. Fino
alle 7.00. Ho atteso le prime luci del giorno ed era un'ottima
occasione per approfittare del riposo per riprendere forza. Quel poco
tempo mi ha rigenerato un pochino.
Tunnel ciclabile
Con il chiarore ho potuto
affrontare quei pochi chilometri che mi separavano da Imperia,
permettendo così alle automobili di vedermi dato il tratto di strada
veramente stretto ed evitare così di farmi investire. A questo punto per
molto altro tempo non ho incontrato intoppi di sorta vista la
presenza di marciapiedi, l'incompiuta verso Diano e poi Cervo. Un
tratto scoperto fino ad Andora e poi di nuovo una bella alternanza di
marciapiedi, passeggiate sul lungo mare. Sempre con l'aiuto del
giorno. Il meteo tra Arma di Taggia e Cervo è stato piovoso ad
intermittenza per migliorare in modo costante fino all'arrivo a
Savona.
Ho trovato monotono il
tratto tra Albenga e Ceriale, fatto di puro stradone molto dritto e
per nulla variato, con un gran traffico. Sembrava di essere in
autostrada! Fortunatamente in quel punto la strada era larga e
presentava un bordo decisamente ampio per i pedoni.
Un tratto su strada senza marciapiede
Sono stato nel giorno
fino a Varigotti grosso modo ma poi il buio è di nuovo arrivato e la
strada che precedeva Noli era veramente scura e pericolosa per il
passaggio a piedi. In questo punto non potevo permettermi di
aspettare il prossimo chiaro dato che avrebbe significato fermarsi
per la notte intera! Così ho proseguito orientando la luce frontale
posteriormente al capo e mettendola in 'modalità rossa'. Faceva
impressione dato che la linea di bordo strada coincideva esattamente
con la strada e non c'era praticamente margine per il passaggio a
piedi, inoltre guardando sotto vedevo il mare a strapiombo a qualche
decina di metri più in basso. Una condizione molto preoccupante a
dir poco. Fortunatamente lo stratagemma della pila posta sulla nuca
funzionava e le auto mi vedevano facilmente. Avevo anche il
giubbottino catarifrangente e uno zaino molto riflettente, cose
indispensabili per affrontare problemi di questo genere.
Dopo Noli è stato tutto
un marciapiede ampio, passando per Vado e quindi la città di Savona.
In lontananza un tratto della lunghissima costa già percorsa, al tramonto
Alle 20.54 ero all'auto
nei pressi della stazione ferroviaria. Per l'intera percorrenza ho
usato la strategia di 15 minuti di corsa e 15 di camminata veloce con
bastoncini. L'ho ritenuta una soluzione sostenibile per tutta la
percorrenza, anche quando verso la fine le energie erano ormai al
minimo.
Dopo quei 113km costieri
la soddisfazione di essere arrivato, di aver raggiunto l'obbiettivo,
è stata enorme e poi di vedere la macchina finalmente lì a
disposizione è stato come vedere qualcosa di paradisiaco. Il tempo
complessivo si è chiuso in 20 ore e 49 minuti.
Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai
miei articoli ultratrail e trail:
Da Envie al Colle dell'Agnello a
passo ultratrail in solitaria attraverso le montagne.
2023(considerazione di oggi). E' bello leggere di vecchi ricordi di avventure a piedi passate, i pensieri di quegli anni... Nel 2018 ero andato un pò in crisi con la testa in seguito ad alcune vicende. Proprio in quel giro del Colle dell'Agnello avevo preso la decisione di cedere il Centro Fitness per orientarmi verso l'Osteopatia(Tarlo che avevo in testa fin dal 1999 dopo aver visto un seminario a Torino). Insomma c'era aria di cambiamento e alla fine, ripensandoci oggi, sono molto contento delle mie decisioni. Per fortuna però ho continuato con l'ultratrail, anche se quell'anno comunque un paio di gare le avevo fatte. Adesso sono 5 anni che faccio solo più 'imprese in solitaria' e si è aperto un mondo tutto da esplorare. Sull'agonismo in definitiva non so cosa scrivere, però sono in contatto con moltissimi atleti da tutta Italia che portano avanti il Monoallenamento nel mondo delle gare Ultratrail e forse questo è davvero il risultato più importante! Bé non mi dilungo vi lascio al testo di questa bella avventua che avevo completato con il mio cagnolino Macchia(era una forza della natura), che mia moglie aveva sfortunatamente perso a 'due passi' da casa.
2018(giorno dopo l'avventura). Rieccomi qui a sgambettare per arrivare
a raggiungere un nuovo obbiettivo a cui pensavo da tanto, che sentivo
e sento nei discorsi e parole della gente: il Colle dell'Agnello.
Così dopo un'estate fatta di vari ripensamenti sul continuare o meno a completare distanze estreme a piedi, non ho saputo resistere e ieri
ho messo in atto la percorrenza tra Envie e Colle dell'Agnello a
piedi, passando per il Monte Bracco, Paesana, Oncino, Crissolo,
Pontechianale ed in fine Colle dell'Agnello.
Sono stati mesi strani perché avevo in
mente tutt'altra impresa per questa estate che poi è naufragata
verso il pensiero di smettere di fare Ultratrail ma il tempo
rinvigorisce la motivazione e forse avevo solo bisogno di una pausa.
Credo che con l'agonismo forse 'resto in pausa' ma non di certo con le
'imprese a piedi in solitaria', che mi appassionano tantissimo.
Programmare al Gps tutto il percorso, metterlo in atto in pratica
nella più totale autosufficienza è qualcosa di unico. Nelle imprese
in solitaria si tratta di 'vera' autosufficienza perché tutto il
necessario è racchiuso in quello che si porta nello zainetto, nella
gara ultratrail non è così perché si ha sempre l'appoggio
dell'organizzazione... Un'impresa in autosufficienza è un autentica
avventura che ti porta a conoscerti fino in fondo! In realtà questa
volta però non ero veramente solo ma avevo il mio fido cagnolino che
oramai è diventato anche lui un 'ultratrailer', il piccolo Macchia
che con i suoi 15kg mi da molto filo da torcere!
Bé ma dopo questa premessa veniamo
alla descrizione di questa percorrenza che ho trovato 'epica' dato
che ho svolto quasi completamente su sterrato, a parte un cambiamento
finale dell'ultimo minuto dovuto all'arrivo della notte!
Sveglia alle 4.00 del mattino di sabato
31 agosto per partire alle 5.00 esatte dopo alcuni preparativi sul
ricontrollo zainetto... Era buio ma non freddo ad Envie, anche se
notavo già che il meteo non sarebbe stato bellissimo. Sono salito a
San Bernardo passando per Sant'Antonio e da qui come mio solito
crocevia per molte uscite, era iniziato il chilometraggio dei primi
5km per concludere poi a circa 70km complessivi. La caratteristica
dei chilometri però non è stata la difficoltà ma bensì il
grandissimo dislivello di circa 6000m come presto
spiegherò... Ho preso per il Santuario Madonna del Devesio e rifugio
Miravidi. Risalito la costa sinistra del lungo Po per arrivare a
Rocchetta, quindi ancora per i campi fino a Paesana e
all'attraversamento dello stradone ho preso per la strada che passa
dietro al vecchio cimitero. Erano già 2 ore e 45 minuti di
percorrenza per la prima pausa di 10 minuti, far mangiare il cane,
insieme ad uno spuntino per me. Si perché questa volta le provviste
dell'autosufficienza erano per due bocche, la mia e quella di
Macchia. Lui tutto dove trovavo sterrato, questa volta era almeno il
90% del percorso, lo lasciavo libero di correre avanti a me ad
annusare felice ogni cosa. Durante l'asfalto sempre rigorosamente al
guinzaglio.
Ripartiti verso Calcinere ho
approfittato della fontana nella frazione per tenere sempre piena la
borraccia per evitare di 'restare a secco'. Da lì ho imboccato una
vecchia strada che costeggia il costone sinistro del Po a partire
dalla vecchia centrale idroelettrica, proseguendo fino alla
biforcazione tra il fiume Lenta e Po. Salendo il costone che mi ha
portato fino al Santuario di Maria Assunta(del Bel Fuà), tanto
isolato quanto caratteristico. Un lunghissimo sentiero avvolto in una
fitta nebbia attraverso i boschi mi ha portato alla Borgata
Saret(Oncino), di nuovo una fontana della quale non ho voluto fare a
meno. Qui però un piccolo disguido con la dimenticanza del
guinzaglio di Macchia che ho notato dopo alcuni chilometri di corsa e
quindi il ritorno a prenderlo! Pazienza. Andando avanti ed imboccando
il sentiero di San Giacomo che collega Crissolo ho scoperto
un'insolita panchina, che per altro era indicata diverse volte a
Saret, ebbene questa si presentava con dimensioni enormi tanto che
sembrava per giganti ed aveva perfino degli scalini per salirci!
Molto bella.
Ancora nella nebbia fitta, con al polso
il mio fidato GPS, seguivo il sentiero di San Giacomo, a tratti un
po' trascurato ma comunque ben percorribile. A questo punto erano
molte le baite diroccate ma la cosa che mi è piaciuta di più è
stata un fontana con un cartello che indicava la sua acqua come
'guaritrice', dalla quale ho approfittato per berne molta visto che non
si sa mai! Arrivato a Crissolo ho incontrato la seconda persona da
quando ero partito, la prima era una signora a Seret. Si forse era il
clima di ieri che teneva la gente chiusa in casa, però questo è un
fattore che mi fa sempre da pensare dato che nelle mie uscite in
Valle Po trovo quasi sempre sentieri deserti con tutti quei bei posti
che abbiamo! Peccato, facciamo finta che sia veramente colpa del
meteo di tutto questa desolazione. Nel tratto dal Santuario del
bel Fuà fino a Crissolo ho preso pioggia forte.
A Crissolo una prima tappa in formato
'civilizzato' presso il Bar adiacente alla pista di Pattinaggio per
con un caffè, 5 minuti di caldo e poi di nuovo via salendo tra i
boschi accanto alla seggiovia. Arrivato al rifugio dell'Aquila Nera
ho approfittato di una panchina per un piccolo pasto sia per me che
per il mio fido amico quadrupede, visto che era da un po' che mi
voleva far capire di aver fame. Qualche messaggio al cellulare per
informare dov'ero e quindi ancora per altri chilometri fino alla fine
dei vecchi impianti sciistici di Ginca Pastur. A quel punto imbocco
il sentiero verso il Quintino Sella e vedo finalmente un camminatore
e al momento del saluto capisco che era francese. Quindi su per altre
centinaia di metri di dislivello fino al tanto desiderato rifugio a
circa 2600m di quota. Lì un po' di gente, tutti stranieri. Una
cioccolata calda con panna che ho letteralmente divorato, una
leccatina alla ciotola anche per Macchia e poi siamo ripartiti
'veloci come il vento', dato che il pomeriggio era ormai iniziato.
Incominciavo a percepire il peso del tempo ed avevo ancora di fronte
a me il doppio dei chilometri!
Quindi avanti verso il passo di San
Chiaffredo(2700m) e poi giù spedito per il bosco dell'Alevé.
Arrivando al fiume ho girato per la prima volta nella mia vita a
sinistra verso la Valle Varaita, dato che di solito a quel punto
prendevo la destra per salire al Vallanta e proseguire per il giro di
Viso... Questo volta no, il percorso era differente e ho seguito
volentieri quel lungo sentiero in discesa che mi avrebbe fatto
perdere moltissimo del dislivello guadagnato, facendomi 'cadere' a
1600m di quota.
Giunto a Frazione Castello di
Pontechianale era già tardi e rintoccavano le 18.30, per questo ho
abbandonato l'idea iniziale di proseguire nello sterrato a favore
dello stradone per velocizzare i tempi. Avevo stimato che sarei
salito per i chilometri che mi restavano verso le 20.00 al Colle
dell'Agnello, spedito di corsa ma in realtà ero arrivato i cima alle
20.31. A tratti pioveva forte, sempre con nebbia persistente. Un
pochino dopo. La salita da quei 1600m della diga di Frazione Castello
era di ben 1100m di dislivello per raggiungere la destinazione finale
a 2700m. Correrli tutti non è stata cosa facile, specialmente dopo
tutte le vicende precedenti.
Quando sono arrivato sù non mi ero
reso ben conto della temperatura dato che ero accaldatissimo, sentivo
però un forte vento. Poco dopo l'arrivo di mia moglie per
recuperarmi con l'automobile, ho notato il termometro dell'auto che
indicava 4 gradi centigradi! Era ormai notte.
Tutto sommato l'avventura è andata
bene, anche se ho perso molto tempo a riprendere con la telecamera e
fare foto, questo però è anche il bello di raccogliere ricordi
delle fatiche sostenute.
Nonostante fossero due mesi e mezzo che
non correvo, sono riuscito abbastanza agevolmente concludere
l'impresa. Si, forse la velocità di percorrenza non è stata
altissima ma poco male.
Credo che dopo tutti questi tredici
anni in lunghe percorrenze a piedi in stile ultratrail con la tecnica
del Monoallenamento settimanale, la capacità completare imponenti
distanze a piedi sia diventata una 'condizione acquisita' in modo
indelebile.
Come ho anticipato al principio la
componente distanza ha certamente avuto il suo peso per quei 70km
circa che sono serviti per collegare Envie al Colle Dell'Agnello
attraverso le montagne in 15 ore e 31 minuti. La cosa impegnativa era
il dislivello che mi ha portato da quei 300m di dislivello iniziale
ad una salita pressoché continua fino ai 2700m del passo di San
Chiaffredo per scendere a 1600 di Frazione Castello ed arrivare
nuovamente a 2700m del Colle dell'Agnello, tutto senza contare la
metratura iniziale dello scavalcamento del Monte Bracco.
Ora un po' di riposo e già con i
pensieri vero la prossima avventura a piedi, che non so ancora quando
arriverà o dove sarà.
Bertinetto Bartolomeo
Davide
SEGUE VIDEO LIVE:
Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai
miei articoli ultratrail e trail:
Oggi(16-6-2018) dopo la sveglia
mattutina delle 6.30 sono partito sereno e salendo in auto verso Pian
Regina la giornata mi sembrava limpida. Il problema però è stato il
prosieguo della mattinata, quando il cielo ha iniziato ad addensare
le nuvole attorno al Monviso. Come del resto è abbastanza tipico in
questa zona! Speranzoso di trovare molta meno neve della settimana
scorsa non mi sono invece mai sbagliato così tanto. Infatti salendo
di quota la neve è diventata davvero imponente con strati spessi e
densi(vedi foto a corredo). Si poteva correrci sopra ma 'non in tutti
metri' dove in vari punti si sprofondava all'improvviso fino a sopra
al ginocchio. Fattore che mi ha provocato non poche ferite alle
gambe. Arrivato al lago del Quintino mi sono reso conto che lassù le
intemperie giunte nei mesi precedenti erano come 'cristallizzate'
presentandomi un lago completamente ghiacciato. Voltando lo sguardo
verso la lunga e ripidissima parete che mi avrebbe portato sulla cima
del Viso Mozzo, ho tirato un sospiro di vera ansia dato che il peggio
l'avrei avuto in salita ma con la preoccupazione della discesa
impervia. Infatti sembrava di salire all'incontrario di uno 'scivolo
da parco giochi'! Provavo a mettere i piedi di taglio, a utilizzare
bene i bastoncini, alla fine sono arrivato poco prima della cima dopo
dica un ora di salita, cosa che senza neve avrei terminato agilmente.
Arrivato sù non potevo
fare a meno di osservare il Viso di fronte a me, e anche se ero a
circa 3000m mi sentivo ancora così in basso! Il Monviso è davvero
imponente, poi sentivo così tante scariche di pietre rotolanti in
lontananza che faceva davvero impressione osservare quel gigante.
Dopo un veloce spuntino
sono sceso osservando ancora la cima del Mozzo pochi metri più in là
e in quei punti non ho potuto fare a meno di notare quei 'ponticcioli
sottili di neve' che collegano i vari massi, con sotto il vuoto!
Davvero pericoloso, un piede nel posto sbagliato e si finisce mille
metri sotto! Iniziata la discesa, sempre prima a zino zago, poi con
talloni piantati nella neve, poi ancora bastoncini. Alla fine ho
optato per scendere in stile 'sci', era l'unico modo per riuscire a
scorrere anche se bisognava stare attenti a non cascare per la ripida
discesa e finire alla base del colle.
E' proprio vero che la
neve rende tutto difficile e lento, anche le cose abitualmente
facili. Dopo qualche pensiero sugli altri passaggi(cime) che avrei voluto
completare nelle settimane successive, più difficili del Mozzo, ho
ritenuto il caso di annullare tutto quanto il mio progetto.
L'avventura che avevo preannunciato nei precedenti articoli era
quella di completare il maggior numero di punte in un solo giorno per
fine luglio. Questa sarebbe stata la mia ultima 'impresa' in
solitaria nei confronti del mio sport preferito: l'ultratrail.
Infatti è da molti mesi che ho la pressante idea di ritirarmi
dall'ultratrail per vari motivi... Quindi dopo questa stagione
meteorologicamente instabile annuncio questa mia intenzione prima del
tempo: Con il Viso Mozzo di oggi ho completato la mia ultima uscita
per questo sport.
Sento di aver perso la
motivazione, un po' come se ormai non mi restasse più nulla da fare
per l'ultratrail nell'ambito delle mie risorse. Un interruttore nella
mia testa si è staccato. Sono comunque soddisfatto perché in questi
13 anni a partire dal 2005 nei quali mi sono affezionato alle
distanze estreme a piedi, ho comunque il privilegio di aver dato un
senso a tutto con il lascito della tecnica del 'Monoallenamento
settimanale' che rimarrà a disposizione di tutti per sempre!
Avrei voluto completare
la mia 'carriera' con un'ultima impresa in solitaria ma la neve
caduta nei mesi passati è davvero troppa e a quelle quote il
pericolo è sempre in agguato. Dopotutto circa un anno fa avevo
promesso ad una persona a cui tengo molto, che purtroppo non ho più
rivisto, che con l'avventura Pian del Re – Sestriere(luglio 2017)
avrei terminato e alla fine sarà così... Una promessa premonitrice.
Come non dimenticare il mio editore Paolo Fusta per tutto il lavoro di pubblicazione...
Forse per colpa di un
2018 molto intenso, costellato di enormi stress lavorativi e
soprattutto di natura personale hanno contribuito a farmi perdere la
'voglia di fare' in questa disciplina, sento crollare l'entusiasmo. Non
so, ultimamente la sensazione che ho già pochi minuti dopo essere
partito e che vorrei già aver finito per tornare a casa.
Voglio ringraziare tutti
i 'coraggiosi' che mi hanno invitato per tenere conferenze presso le
loro sedi per raccontare la mia versione di ultratrail grazie al
Monoallenamento e in particolare al Cai di Susa che mi ha permesso di
tenere la mia conferenza finale davanti ad un pubblico molto
partecipativo ed affiatato.
Ringrazio tutti gli amici
e amiche che mi hanno incoraggiato per tutti questi anni in questa
grande avventura che ho vissuto che mi ha portato a conoscere i miei
limiti, senza di loro il libro e la tecnica del Monoallenamento
Settimanale non sarebbe mai nato!
Sono al lavoro da alcuni
mesi ad una traduzione del Monoallenamento in Inglese, questo sarà
il mio unico impegno nell'ultratrail, per arrivare ad espandere
questo metodo nel mondo se avrò la fortuna di riuscirci.
Continuerò ad allenarmi
per conto mio con i pesi e Matevo, corsi in palestra e sport
diversificati senza agonismo. Magari chissà, mi innamorerò di
qualche altra bella disciplina... Mi fermo qui per ora.
Tutte le mie esperienze,
tecniche, lavori sull'ultratrail restano a disposizione di tutti e
liberamente consultabili presso la mia pagina web:
www.bertinettobartolomeodavide.it,
anche il libro è reperibile attraverso il mio indirizzo o ordinabile
da qualsiasi biblioteca online.
Forse un giorno tornerò
a completare avventure ultra a piedi, dopotutto è una questione di
testa... Grazie al Monoallenamento sento che anche in seguito ad una
pausa di anni riuscirei comunque a preparare una percorrenza di 100 e
più chilometri!
Ora il sabato e la domenica saranno dedicate al cento per cento alla mia famiglia.
Ciao
Bertinetto Bartolomeo
Davide
Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai
miei articoli ultratrail e trail:
Il mio primo allenamento nei pressi del
Monviso è stato inconcludente ma non per me bensì per le condizioni
climatiche che si sono presentate sul posto... Infatti dopo la
partenza da Pian Regina, che già doveva indicare dalla sbarra
abbassata verso il Pian del Re l'avversa situazione del territorio,
tutto appariva 'Nordico' con neve a chiazze, pietra viva e nessun
tipo di vegetazione. Laghi circondati da neve e con piccoli iceberg
sparsi sulla superficie, pietraie coperte da distese di neve sotto un
cielo grigio. Nelle foto che accompagnano questo articolo si vedono
le condizioni trovate.
Lassù ho incontrato il campione
ultratrailer Maxim Ioan con il quale ho compiuto un pezzo di andata
ed il ritorno. E' stato emozionate tenere il suo poderoso passo in
questo incontro totalmente fortuito.
Nonostante i buoni propositi alla
pietraia prima del Quintino Sella abbiamo dovuto fare marcia indietro
a causa della neve molle, anche dovuta all'ora ormai tarda. Il Viso
Mozzo sarà l'obbiettivo della prossima uscita, partendo più presto
per riuscire a correre sulla neve ancora dura senza abbondare.
Lo scorrimento sul tracciato per via
delle condizioni avverse è risultato molto lento con due ore e
quaranta minuti per 13km. La prossima volta certamente sarà bene
partire presto per beneficiare della neve dura e calpestabile,
arrivando finalmente alla vetta del Viso Mozzo.
E' comunque stato bello vedere un paesaggio così 'nordico' nella nostra Valle Po in prossimità dell'estate!
Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai
miei articoli ultratrail e trail:
Anche l'avventura del Trail del Monte Soglio 2018 si è conclusa bene ieri... La giornata era iniziata
all'insegna di un promettente caldo che però è durato fino a poco
dopo mezzogiorno per poi mutare in pioggia forte con a tratti
grandine. Sembrava notte, talmente il cielo si era chiuso, con lampi
continui! Diciamo che forse è stato meglio così dato che il caldo
crea sempre una forte disidratazione.
Sono partito ultimo come mio solito e
poi pian piano senza forzare ho fatto la mia solita progressione
sulla classifica, cercando di superare di tanto in tanto in tanto
qualche concorrete. Ieri non ho voluto spingere perché il mio
obbiettivo in quest'occasione era quello di utilizzare questi 71km
come allenamento per una nuova impresa in solitaria che ho in mente
di realizzare a luglio... Non posso ancora preannunciare nulla, i
tempi non sono ancora maturi e il lavoro specifico in fin dei conti
non è ancora iniziato.
Per tornare al TMS 2018 questi 71km
contro i 66km a cui ero abituato si sono fatti sentire molto,
specialmente in relazione al nuovo colle finale aggiunto che superava il
1500m partendo da una quota di soli 800!!! Era una sorta di ciliegina
sulla torta. Poi l'aggiunta della pioggia ha reso il terreno molto
viscido in svariati tratti. Particolare che ha reso imponente il
dislivello positivo complessivo, portandolo a ben 4900m.
Una cosa che però mi ha fatto piacere
è che dopo l'ultima discesona di 9km nel giro di poco si arriva
direttamente al traguardo, evitando le solite agonie del 'ti sembra
di esserci ma poi manca ancora molto'.
L'organizzazione della gara come sempre
è stata impeccabile, sia nell'accoglienza che all'arrivo con pasti e
bevande davvero abbondanti. Nei punti di ristoro mi sono trovato
bene, soprattutto per la presenza di cibo salato/proteico che in
altre realtà spesso viene a mancare creando un senso di nausia per
la grande quantità di 'dolce'... Al Monte Soglio fortunatamente invece c'era sempre
tutto quanto.
Inoltre per me è sempre un piacere
contribuire a questa gara con qualche mio libro sul Monoallenamento.
Mi sono piazzato 67esimo con un tempo
di 13 ore e 42 minuti su su 100 finisher, non so quanti fossero i
partenti ma lungo il tragitto sentivo l'organizzazione affermare che
c'erano stati molti ritiri...
Concludo riportando la mia solita
voglia di 'vita nomade' con fine dal lavoro alle 22.00 del venerdì e
partenza in auto da casa alle 22.45 per raggiungere il luogo della
gara alle 0,40; dormire in auto con il sedile abbassato più sacco a
pelo come coperta, quindi sveglia alle 4.45... Ritiro pettorale 5.15,
colazione e preparativi per la partenza fissata alle 6.00 poi e 71km
in mezzo alle montagne! Quindi senza dormire arrivo al traguardo,
doccia, cena e di nuovo viaggio in auto fino a casa con rientro alle
22.57. Più di 24 ore senza mai fermarsi. Il bello dell'ultratrail è
anche questo contorno che ti fa sentire vivo e un po' 'selvaggio'!
Esperienze da provare consigliate a tutti. Il problema è che creano
dipendenza!
Un ringraziamento speciale a Roberto
Negri di TrailMarket. Continuate così!
Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai
miei articoli ultratrail e trail:
Dopo la mia assenza all'edizione
dell'anno passato a causa di alcuni impegni scolastici extra, in
questo 2018 parteciperò nuovamente per chiudere questo poderoso
anello che porterà tutti gli ultratrailer in vetta al Soglio per poi
ridiscendere verso il traguardo...
Sono riuscito ad allenarmi abbastanza
bene in questi ultimi due mesi, tenendo conto della gara Maremontana
che considero un allenamento a tutti gli effetti. Per conto mio ho
usato il Monoallenamento per uscite una volta a settimana su
percorrenze tra gli 8 e i 50km, in alternanza a seconda delle
disponibilità di tempo. I mesi precedenti di gennaio, febbraio ed
anche marzo sono stati un po' a 'singhiozzo' data la presenza di
molti malanni di stagione e una mole di stress lavorativo senza
precedenti!
In ogni caso ora sono arrivato a Maggio
e credo di essere pronto per chiudere questa nuova gara sul Soglio.
Si tratta da quando la conosco, di un
evento di riferimento che solitamente mi proiettava verso tutta una
serie di gare estive sopra i 100km fino a qualche anno fa. Ora però
che mi sono appassionato molto di 'imprese in solitaria' la uso come
'lancio' per una nuova avventura alpina che compierò da solo a fine
luglio, della quale non anticipo nulla vista la ancora prematura
organizzazione di tutto... Vi terrò aggiornati!
Per tornare al Soglio del 26 maggio
2018 ho in mente di prenderla con calma, non ho obbiettivi legati al
tempo ma solo alla percorrenza chilometrica. Sarà per me un bel
fondo dato che durante le uscite con la tecnica del Monoallenamento
non ho ancora completato una distanza di questo calibro negli ultimi
mesi.
Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai
miei articoli ultratrail e trail:
Il trail del Montesoglio
2018 si avvicina e quest'anno per di più è stato portato a 74km!
Ero abituato ai 66 della mia ultima partecipazione del 2016... In
ogni caso sento che per me non è più un fatto di arrivare a
completare o meno una gara. Il Monoallenamento ti abitua alla
percorrenza anche se questa si presenta in modo infrequente. Diventa
quasi la normalità concludere lunghi tratti quasi a 'sorpresa'.
Avevo trattato l'argomento anche su un passato numero di
SpiritoTrail, il titolo era 'per essere sempre pronti' o qualcosa del
genere...
In questo articolo voglio
scrivere della mia nuova avventura in allenamento di 50km circa,
conclusa domenica 6 maggio 2018. Ci ho messo 9 ore e 58 minuti ed è
stata una bella soddisfazione ma non tanto per il chilometraggio ma
per esserci riuscito serenamente anche se la mia ultima percorrenza
lunga era stata solamente quella della Maremontana di mesi prima, poi
solo ogni sabato uscite di 9km! Credo che con gli anni il corpo si
'forgia' sulle lunghe percorrenze e la capacità mentale di gestirle
che si crea diventa indelebile. Anche sul metabolismo credo che i
cambiamenti siano permanenti. Forse si impara a sopportare bene la
fatica e gestire al meglio la stanchezza. Chissà?! Ho notato che
l'unico parametro che va a perdere è la velocità se non ci si
allena frequentemente.
Per la prima volta dopo
anni ho avuto una domenica in cui non dovevo guardare l'orologio per
via di qualche solito impegno successivo... Quel giorno ero
tranquillo, ho fatto foto, mangiato e praticato ultratrail senza
alcuna ansia. Bellissimo.
Il giro ha toccato vari
luoghi della mia Valle Po, tra cui: Envie(partenza), San Bernardo,
Motetto, Miravidi, Rocchetta, Madonna d'Oriente, Prato Guglielmo,
Bertorello, Pian Pilun, Bric la Piata, Sanfront, Devesio, Motetto,
San Bernardo, Envie(fine). Tutto questo per un totale di 49,5km su un
dislivello positivo di 4100m!
In questa pagina è
presente un video LIVE, spero possa essere utile. Da non dimenticare
inoltre la grande compagnia del mio cagnolino Macchia che all'arrivo
poverino non vedeva l'ora di coricarsi per ore ed ore! Anche lui però
in fin dei conti ha completato la percorrenza alla grande,
considerando che con tutti i suoi 'avanti ed indietro' avrà coperto
almeno 20km extra!
Ora mancano solo più due
settimane al grande evento e gli allenamenti saranno decrescenti con
25km e 9km, quindi la gara...
Credo di aver trovato una
sorta di essenzialità estrema grazie al Monoallenamento settimanale
che mi permette in aggiunta di completare grandi anelli solo ogni
tanto, riuscendo a concludere molte gare, anche con questo approccio
di 'ogni tanto'.
Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai
miei articoli ultratrail e trail:
Sono stato per molti anni appassionato di lunghissime percorrenze
ultratrail in campo di gara. A quei tempi, nemmeno troppo lontani, mi
sembrava che una corsa al di sotto dei 100km non valesse la pena di
essere percorsa. Bene mi sbagliavo. Ora che mi sento molto assuefatto
dai 'grandi chilometraggi' ho riscoperto le distanze più brevi per
tanti motivi. Infatti pur rimanendo al di sopra della barriera ultra
dei 42km, è possibile destreggiasi in travolgenti avventure a piedi
senza restare fisicamente troppo traumatizzati da questi eventi.
Inoltre adesso che la mia famiglia necessita molto della mia
presenza, visto che le bimbe stanno attraversando un età nella quale
è fondamentale la compagnia dei genitori, diventa possibile visitare
i luoghi che ospitano questi faticosi eventi con la famiglia. Ad
esempio nel mio caso specifico trovo molto bello scegliere distanze
tra i 43 ed i 72km per poter dedicare ancora del tempo alla 'gita'
che inevitabilmente si crea, dato che magari ci si avvicina tutti e
quattro in camper, per dormire in qualche parcheggio, quindi sveglia
prestissimo mentre le bimbe ancora dormono e partire di corsa. Quindi
loro visitano il luogo con la mamma e poi non esiste niente di più
bello nel vedere che loro sono al traguardo che mi aspettano
facendomi il tifo!
Una doccia, molti abbracci e baci tutti
felici e quindi ancora una bella passeggiata con un gelato e quindi
in camper per il ritorno a casa. Prima con gare dell'ordine di 100 e
più chilometri era impossibile per me pensare di andare a visitare
dopo il traguardo finale. Ero sempre stravolto per molti giorni
seguenti!
L'ultratrail possiede una forte
componente di aggregazione famigliare, se proiettato su questa
dimensione. Spesso mi vengono ancora in mente i tempi in cui facevo
la 'tirata' in auto per dormire con il sedile abbassato tutto solo e
spesso al freddo. Partivo, tutto intorpidito al via della gara il
mattino seguente. Ora che sto con loro è tutta un altra vita e trovo
che tutto ha un senso maggiore anche se non sono più distanze di
100km, perché alla fine sono con i miei cari pur portando avanti una
mia passione.
Esempi di queste gare 'brevi', alle
quali ho preso parte, posso citarne alcune, spesso per molte
edizioni: montecasto, maremontana, montesoglio, porte di pietra, tour
trail moviso...
Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai
miei articoli ultratrail e trail:
Finalmente la Maremontana è arrivata, infatti domenica mattino
25-03-2018 alle ore 6.00 c'è stata l'ambita partenza... Nonostante
però i molti buoni propositi non ho potuto prodigarmi nella
preparazione che avevo in mente. Infatti per una serie di eventi
concatenati, pessimo meteo, malanni continui ed altre questioni
personali, gli allenamenti sono stati svolti alla 'bene meglio'... Il
Monoallenamento però anche in questo frangente di estrema difficoltà
è stato provvidenziale, dato che nell'unica uscita settimanale che
riuscivo a svolgere mi concentravo sul chilometraggio a prescindere
da tutti i fattori avversi che da un pò di mesi sembrano
perseguitarmi! Nonostante ciò il mio massimo percorso non ha potuto
superare i 33km, troppo pochi! Voglio usare la Maremontana un pò
perché la trovo una gara bella nel paesaggio per il suo anello tra
mare e montagna, come per altro fa capire il nome. Ma anche come
allenamento per altre gare future, al fine di spostare l'asse della
velocità e del chilometraggio...
Volevo fare un bel risultato in questo evento rispetto all'anno
passato ma alla fine non sono riuscito a fare come volevo... Non
vedevo l'ora di sviluppare il percorso che la caratterizza e
ringrazio inoltre lo staff per l'aiuto nella diffusione del
Monoallenamento, che in aggiunta mi è stato pubblicato un post su Facebook sulla mia tecnica di preparazione e per avermi permesso
esporre materiale alla partenza.
La gara tutto sommato non è andata male considerando le scarse
possibilità per allenarmi questa volta. Ho chiuso il percorso in 7
ore e 20 minuti, 6 minuti in meno rispetto al 2017, con la posizione di 126esimo su 357 partecipanti,
quindi ben sotto la metà della classifica. Un discreto miglioramento tutto sommato. Sul percorso è stata fatta
una modifica a causa di neve presente in un tratto allungando il
tragitto da 44km a 46... La parte più emozionante e dura a mio
avviso è lo straordinario arrivo al traguardo passando per le
spiagge. Correre sulla sabbia è qualcosa di durissimo, in
particolare dopo aver sostenuto oltre 44km in montagna! Complimenti
davvero allo staff organizzatore.
Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai
miei articoli ultratrail e trail:
Ho voluto sperimentare un mese di
allenamento fatto di due uscite in montagna di corsa per settimana.
Ho tenuto questo regime per un mese, giusto vedere i miglioramenti ma
aimé sono arrivati molti peggioramenti!!! Infatti nelle prime due
settimane tutto sembrava filare liscio ma poi è arrivato il primo
intoppo. Una giorno per motivi di natura lavorativa ho dovuto
inginocchiarmi sul pavimento 'crudo' è ho sentito all'appoggio sul
terreno una brutta fitta al ginocchio. Lì per lì niente di che ma
poi con il passare dei giorni questo disagio sembrava acutizzarsi
ogni volta che mi inginocchiavo. Cosa che prima non mi era mai
successa! Ho subito collegato questa brutta esperienza all'alto
volume di allenamento che avevo deciso di sostenere. Mi sono
protratto con questo stile per un mese e ora sono due settimane che
sono fermo per complicazioni articolari! Incredibile non mi era mai
successo di dovermi fermare dalle corse per problemi così. Inoltre i miei allenamenti non erano nemmeno così lunghi visto che volevo concentrarmi sulla velocità... Tuttavia
sono anche felice perché sono stato 'punito' per aver tentato di
abbandonare la tecnica del Monoallenamento settimanale per la
preparazione ultratrail. Peggio per me, così ho l'ennesima prova che
l'unica via efficace e protettiva per la salute articolare è
svolgere con criterio una sola uscita settimanale e poi dedicarsi al
recupero attivo sfruttando altre discipline(vedi Matevo).
Sono caduto nell'errore tipico di chi
non segue regole specifiche per allenarsi su distanze estreme a
piedi, soprattutto principianti.
Il mio peso di 80 kg unito a un passo
rivolto alla velocità, come avevo spiegato in un precedente
articolo, hanno fatto si che con due uscite settimanali cadessi in
una iniziale fase dolente alle ginocchia. Volevo vedere con questa
soluzione se potevano esserci ulteriori miglioramenti in termini di
performance e volevo anche constatare se il mio corpo poteva
sostenere questa mole di lavoro: la risposta è no!
Avevo così suddiviso le uscite
settimanali:
10 km veloci il giovedì e un
lungo il sabato poi riposo
Pazienza ci ho provato ed ho capito che
non fa per me. Forse pesassi 60 o 70kg potrei permettermi allenamenti
multipli di corsa settimanale ma nella mia condizione no. Sono andato
avanti col ultratrail per oltre 12 anni seguendo una sola uscita
settimanale senza infortuni ed è questa la via giusta che devo
tenere. Mi sono fermato in tempo ed ora dopo una ventina di giorni di
riposo posso riprendere poco alla volta con il Monoallenamento per
non fermarmi più fino alla Maremontana. Tanto di cappello a chi
riesce a sostenere un alto volume settimanale di training. Anche se
ho notato dalle email che ricevo a tal proposito, che in realtà la
stragrande maggioranza degli atleti che svolgono uscite frequenti,
quasi tutti soffrono di problemi articolari ma ci convivono fino a
quando il dolore non diventa talmente forte da costringerli allo
stop!! Peccato, l'importante è capirlo prima o poi e spero che
queste persone grazie al Monoallenamento possano avere lo stesso
compromesso di salute/performance e longevità sportiva che ho avuto
io.
Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai
miei articoli ultratrail e trail:
Sembra un controsenso parlare di velocità in una disciplina
incentrata totalmente sull'ultraresistenza! Tuttavia non è un legame
così assurdo, infatti anche se in modo limitato è possibile
incrementare l'andatura del passo in lunghezze che oltrepassano i
40km in montagna. Certo parlare di raddoppio del passo è quantomeno
assurdo se si prende in considerazione un atleta esperto. Sul
principiante i margini di guadagno invece sono molto marcati. Con gli
anni solitamente la velocità nelle lunghissime percorrenze a piedi
si stabilizza in modo pressoché irremovibile. Con i dovuti
accorgimenti in fase di allenamento è oltremodo possibile aspettarsi
un cambiamento del passo dal 10 al 20% rispetto alla velocità
precedente. Non si tratta di esagerazioni ma di un semplice lavoro
nel cambio della struttura delle proprie sessioni preparatorie.
Concentrarsi sempre su percorrenze chilometricamente più lunghe ad
ogni uscita può generare(anzi lo genera certamente) un
rallentamento/stabilizzazione dell'andatura.
Le parole che ho appena scritto credo che 'dicano' già tutto,
infatti sarà sufficiente un'organizzazione alternata tra
lungo/lunghissimo e breve per ottenere un beneficio in termini di
chilometri orari... Supponiamo di chiudere un'uscita di 8km, quindi
la sessione dopo si passa a 16km. Ancora 8km e poi quella dopo ancora
24km, così regredendo a 8 per affrontarne una nuova la volta dopo di
35km. A questo punto si riprende tutto da capo.
Una tecnica che mi aveva fatto migliorare di un abbondante '1
km/h' sulla media al Trail del Monte Casto nel 2016! Inoltre cala
molto il livello di stanchezza visto che esiste sempre la tregua
dell'allenamento breve tra una sessione e l'altra. In quella breve
però non è tutto 'rose e fiori', infatti sarà di assoluta
importanza tenere un passo molto spedito. Mentre nelle percorrenze
chilomentricamente maggiori non sarà necessario pensare a fare in
fretta perché tutto avverrà in modo spontaneo. L'alta velocità
degli 8km avrà delle ricadute del tutto inconsce per l'utente anche
su distanze maggiori, permettendo così di chiuderle in tempi via via
più brevi!
Ora sto riprovando la strategia che qui descrivo per affrontare la
Marementana 2018, per la quale ho ancora qualche mese di tempo, dato
che ho iniziato molto tardi gli allenamenti quest'anno, vista una
serie infinita di problemi che ho vissuto da un pò di tempo a questa
parte...
Tutto nasce dalla motivazione dell'arrivare prima alla metà di un
certo giro per migliorare il passo. E' sufficiente credere molto di
poter fare meglio nonostante le lunghe distanze ultratrail. La
tenacia è la chiave per ottenere qualcosa nei termini sopra
spiegati. Si tratta di un puro atto di volontà che il cervello
chiede al corpo. Prima di uscire al mattino presto cerco molti
pensieri sia di felicità che di rabbia, purché motivanti, e quando
sono fuori cerco di mantenere tali idee e ripetermele di continuo.
Tutta questa elaborazione mentale serve per evitare di far maturare
altre 'visioni avverse'. L'impatto della mente sullo sport è tutto.
Mi rendo spesso conto di pensare cose assurde, che se qualcuno le
sapesse mi prenderebbe di certo per pazzo! Questo approccio però
funziona e anche se si tratta di idee pensate dalla mia testa restano
chiuse lì dentro, con la fondamentale funzione di creare grinta e
velocità.
La scaletta delle uscite è questa:
1) 8km veloci
2) 16km blandi
3) 8km veloci
4) 24km blandi
5) 8km veloci
6) 35km blandi
- Il ciclo si ripete cercando di migliorare i tempi nelle uscite
lunghe ma blande.
Aggiungo che la settimana prima della gara sarà bene usare il
giro breve e veloce per incentivare il passo e non creare stanchezza
nel pregara!
La Maremontana l'avevo già provata l'anno passato e quest'anno
sono molto curioso di scoprire se grazie alla strategia di questo
articolo riuscirò a fare meglio, sempre usando l'immancabile tecnica
del Monoallenamento settimanale per l'ultratrail.
Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai
miei articoli ultratrail e trail: