È da un po' di tempo che
ho in mente i concetti che stanno per seguire, frutto di alcune
intuizioni. Riporto questi pensieri con il più completo beneficio
del dubbio vista la delicatezza dell'argomento e la più totale
assenza di fondamenti scientifici provati.... Si tratta solamente di
mie personalissime teorie legate all'esperienza ultratrail vissuta in
questi anni e relative deduzioni in merito.
Vorrei scrivere in questo
articolo su una delle tante finalità benefiche dell'ultratrail. Si
perché gli effetti positivi di questa disciplina sono svariati, con
però l'opzione di stare attenti a non esagerare vista la reale
possibilità d'usura corporea se non sono rispettati i giusti tempi
di recupero.
Non voglio menzionare
tecniche di allenamento relative alla performance dell'atleta ma ad
una soluzione che può migliorare l'efficienza metabolica e la
prevenzione di molte malattie, qui tutto è rivolto in particolare a
una di quelle che fanno più paura: il tumore!
Lo sport ed in
particolare la vita sana sono l'arma più efficace per proteggere il
corpo da svariate malattie. L'ultratrail però è a mio avviso la
soluzione di prevenzione più potente contro il cancro. Non legata ad
un farmaco di qualche genere o a un determinato cibo ma solo al puro
e semplice movimento. Attenzione vorrei sottolineare bene la
parola prevenzione e non cura! Questo credo che sia un fattore
importante al quale il lettore deve prestare la massima attenzione!
Infatti l'ultratrail per
la sua caratteristica incentrata all'uso fisico ad oltranza fa si che
il corpo si 'nutra letteralmente di se stesso' durate la performance.
Ciò rappresenta il fattore chiave fornito da questa singolare
disciplina per la prevenzione di questa subdola malattia.
Il metabolismo corporeo
inizia a selezionare, durante una percorrenza ultra, quali tessuti
sono maggiormente sacrificabili per far si ché si possa proseguire.
Anche se il cibo viene introdotto dall'esterno, rappresenta comunque
una minima quantità per poter fornire gli elementi necessari al
proseguimento dell'impresa. Infatti mentre si pratica ultratrail
difficilmente arriva la possibilità di dedicarsi ad imponenti
abbuffate, altrimenti l'obbiettivo dell'arrivo diventa cosa remota.
Le imprese ultra vengono svolte solitamente in una condizione che
solitamente si avvicina ad una sorta di semidigiuno controllato.
Pertanto il metabolismo per garantire il funzionamento fisico deve
attingere dalle riserve energetiche stoccate(glucidi e lipidi) ma non
solo. Vengono così 'bruciati' molti altri 'tessuti sacrificabili' e
non necessari alla funzionalità corporea in atto in quel momento.
Inoltre lo smaltimento delle tossine risulta altamente attivo, sia
per mezzo dell'intensa sudorazione che dal catabolismo distribuito
fra i vari tessuti(ossa, muscoli, tendini, organi...) tutti quelli
sacrificabili, come appena accennato, o già danneggiati per altre
circostanze e non immediatamente necessari alla durissima attività
in corso...
Nel calderone delle
'parti sacrificabili' possiamo aggiungere eventuali crescite anomale,
che anche se non ancora degenerate in processi tumorali possono
diventarlo. Grazie all'ultratrail ed al suo straordinario impiego di
risorse questo 'nutrirsi di se stesso' da parte del corpo, diventa
possibile! Attenzione però, il meccanismo indotto dalle lunghe
percorrenze non conduce all'aptosi(suicidio) cellulare di cui tanto
si sente parlare oggi nella ricerca dedicata al cancro ma ad una
disgregazione per produrre elementi nutritivi semplici necessari
all'azione in corso, partendo da quelli meno necessari. Si tratta di
una vera selezione metabolica dei tessuti in una situazione di crisi
autoinflitta. Una sorta di smantellamento fisico. Ritengo che sia
straordinario che uno sport possa avere delle proprietà così forti
nei confronti della prevenzione tumorale, anche se ritengo prematuro
parlare di cura dato che con ogni probabilità non esistono studi a
riguardo. Ma perché lo sport è l'arma più formidabile
nell'arsenale della salute di ogni persona ed è sempre l'ultima ad
essere presa in considerazione dalla scienza?! Credo ché sia una
domanda lecita visto ché il nostro organismo è 'progettato dalla
natura' per muoversi ed interagire con l'ambiante. La sedentarietà è
l'anomalia che il più delle volte sta alla base di ogni patologia...
Qui emerge la solita retorica di natura economica: lo sport è una
soluzione a buon mercato che non arricchisce adeguatamente chi lo
promuove!
In virtù di queste
considerazioni se il lettore è una persona sana che però a livello
famigliare presenta una parentela con altri membri che sono malati o
sono stati malati di cancro, allora l'utente farebbe bene a prendere
in considerazione l'ultratrail per la prevenzione tumorale.
Si tratta di una
disciplina più che altro legata alla forza di volontà nella andare
oltre la fatica. Alla determinazione di raggiungere traguardi lontani
decine o centinaia di chilometri con tappa unica in mezzo alla natura
su percorsi spesso montani. È uno sport bello e avventuroso, da
praticare per lo più in solitudine, con un'alta attitudine
meditativa che permettere di conoscere a fondo se stessi ed i propri
limiti, di sperimentare una nuova condizione della sopportazione
fisica. Si diventa così un tutt'uno con la natura.
L'ultratrail è un
esperienza incredibile che quando la si conosce non la si abbandona
più e se in aggiunta può esistere la possibilità che possa essere
preventiva nei riguardi di un patologia grave come il tumore, allora
deve essere presa in considerazione dalla comunità dei ricercatori
ma anche dai nuovi praticanti con un situazione famigliare a rischio.
Sezioni principali della pagina web dedicata agli ultratrailers:
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