PRIMO GIRO
Il Monviso tra tutte le
montagne è certamente quella che ispira di più la fantasia delle
persone. La sua forma, il suo contorno le altre punte più piccole
che emergono guardando in direzione alta Valle Po... Si tratta
sicuramente di un panorama suggestivo, specialmente in una bella
giornata come quella di giovedì 31 luglio. A volte mi diverto ad
osservare le mie bambine, ancora piccole (4 e 7 anni) quando
disegnano un paesaggio su un foglio di carta ed istintivamente, senza
nemmeno rendersene conto quando al pennarello tocca il momento di
realizzare delle montagne ecco che compare il MONVISO! Si tratta
veramente della montagna per antonomasia.
Tali schemi mentali
'paesaggistici' sono anche nella mia mente e così ha preso forma la
nuova(era il 2014 nda) avventura che ho voluto realizzare in questa stagione estiva.
Tendo d'occhio le previsioni meteo era arrivato il momento ideale
proprio nell'ultimo giorno di luglio. Sicuramente di giovedì
realizzare qualcosa di sportivo che impegna tutto il giorno non è
mai cosa facile per via del lavoro. Però volere è potere dicono e
così meno male che ci sono le mogli! Risolto l'inghippo lavorativo
ho chiesto a mia moglie di passare l'intera giornata in palestra e
l'avventura ha così potuto prendere forma...
Con levataccia mattutina
alle 2.50 ho racimolato tutto il materiale necessario(zaino,
bastoncini, torcia, vestiti, cibo, acqua, ecc...) e sono 'saltato' in
auto per arrivare al Pian del Re. Era ancora notte, con un cielo
stellato incredibile. La giornata prometteva bene, proprio come da
previsioni. Completamente solo ho iniziato, alle ore 4.25, a
camminare spedito verso la prima salita in direzione Lago Fiorenza
senza incontrare nessuno. All'inizio si sa, i km volano perché si è
freschi! Peccato però che poi le cose cambiano, come
vedremo... Giunto al primo rifugio(Quintino Sella) la giornata era
ancora giovane e tutti dormivano quindi ho proseguito senza
soffermarmi troppo. Poco dopo ero al passo San Chiaffredo, per
dirigermi in Valle Varaita attraverso un paio di laghi e la
bellissima pineta che si apre prima di scendere in Valle Varaita. Lo
scampanellio delle vacche al pascolo si sentiva in lontananza, visto
il gran numero di capi presenti nei prati a venire. Giunto al
ponticello, fatto di assi di legno, ho incontrato alcune 'anime' che
si prodigavano nel loro tour del Viso, tutti stranieri. Attraverso
una salita abbastanza agevole, anche se lunga, è arrivata la volta
del rifugio Vallanta. Il personale di questo locale si è dimostrato
di una gentilezza unica! Dopo uno scatto fotografico sono partito in
direzione 'Passo Losetta' a 2815 metri. Da lì in poi la neve non
mancava e molte file di alpinisti erano intenti a superarla senza
scivolare. In meno di un'ora ero già al Rifugio Monvisò per un
veloce rifornimento d'acqua alla fontana. Superato questo locale il
primo traguardo sembrava ormai vicinissimo, infatti da quel punto in
un paio d'ore solitamente arrivo al Pian del Re. Ancora gente sul
percorso, con qualche comparsa di italiani(pochi), salgo alle
Traversette, percorrendo una lingua di neve lunga 200m e rieccomi in
Italia! A buon passo la discesa finale ed ancora al Pian del Re
chiudendo il primo anello in 7 ore e 51 minuti. Un tempo 'giocato al
risparmio' per affrontare il secondo tour con una buona riserva
energetica. Qui la foto di rito con il gentilissimo personale del
Bar-Ristorante, a testimonianza dell'impresa in corso.
SECONDO GIRO
Mi ero subito reso conto
che le cose sarebbero state molto dure appena lasciato il piazzale
per dirigermi un'altra volta verso il primo lago. Si trattava di
una vera forzatura psicologia dato che solitamente dopo aver chiuso
quei primi 35km si torna a casa. Per me ieri però non era stato
così! Dopo alcuni pensieri negativi sul abbandono, non per
stanchezza visto che ero ancora fresco ma per la monotonia di un
nuovo giro identico al primo, si facevano sentire in modo decisamente
irruento! Superato l'ostacolo(tutto mentale) rieccomi a
'sgambettare'. Mi sono accorto subito che negli stessi punti la mia
foga nel proseguire non era più la stessa di qualche ora prima. Le
mie riserve energetiche erano sicuramente calate. Meno male comunque
che mi ero trattenuto durante il primo giro! A ogni rifugio raggiunto
mi rendevo conto che accumulavo minuti di ritardo. Nemmeno la
motivazione era più la stessa dell'inizio. Inoltre la consapevolezza
di rallentare ad ogni riferimento incontrato faceva si che la grinta
venisse ulteriormente meno. Ero entrato in un circolo vizioso di
negatività mentale. Nonostante ciò proseguivo. Durante la nuova
discesa in Valle Varaita, mi ero reso conto che la Borraccia era
quasi vuota, avevo scordato di riempirla alla fontana del Sella! E'
proprio vero che se si è stanchi la testa 'fa le bizze'. Così
arrancando per la lunga salita verso il Vallanta avevo accumulato una
sete che aveva sicuramente compromesso il passo. Il mio desiderio era
quello di bere e basta, vedere tutti quei rigagnoli d'acqua
attraversare la strada non aiutava di certo! Dopo altro ritardo sulla
tabella di marcia finalmente al Rifugio potevo bere e mangiare un po'
con il conforto di poter riempire per bene la borraccia. Comunque il
danno oramai era fatto e correre ai ripari in extremis con una
condizione di forte stress fisico/mentale non permetteva di rimediare
in tempi brevi. Ho impiegato alcune ore a placare la sete. Quando ci
si mette alla prova nell'ultratrail, a tali situazioni si è abituati
a patto di avere un po' di esperienza. Intanto anche il meteo
iniziava a voltare le spalle con grossi nuvoloni che diventavano
fitta nebbia sopra i 2700m; al 'Passo Losetta' la visibilità era
molto compromessa. Ormai ero solo vista l'ora già tarda(mi
avvicinavo alle 19.00), cosa che si dimostrava un vantaggio dal punto
di vista naturalistico con l'incontro di innumerevoli animali
bellissimi! Attraversata la neve con gran fatica ed alcune rovinose
cadute da stanchezza visto l'indebolimento dei riflessi, ero
finalmente tornato al Monvisò per una nuova scorta d'acqua. Da quel
punto in poi sentivo l'incombente 'peso della notte' che si
avvicinava. Sempre solo, proseguivo verso le Traversette ad un passo
molto rallentato rispetto al normale. Anche se ero stanco la voglia
di arrivare faceva il resto e così mi sono trovato, ancora nella
nebbia, davanti al Buco di Viso. Senza pensarci ci ero entrato dentro
con torcia frontale accesa e via verso la Patria nativa. Dal nostro
versante il meteo era incredibilmente brutto, l'inizio di una debole
pioggia, che poco dopo sarebbe diventata forte con intensi tuoni che si
facevano avanti. Era quasi notte. Con la paura di sbagliare strada
proprio all'ultimo stavo attento a non scivolare, adocchiando tutti i
segnali direzionali dipinti sui massi. Quando ho iniziato a vedere il
parcheggio del Pian del Re(ormai completamente vuoto) è stato un
sollievo. Sono arrivato all'auto alle 21.43 con 17 ore e 18 minuti di
percorrenza complessiva per 70km con 5000m di dislivello positivo. Un
saluto finale al Rifugio del Pian del Re con foto commemorativa. Con
grossa soddisfazione ho guidato fino a casa per una gran mangiata e
un lungo sonno rigenerante. E' possibile vedere un video linve
dell'intera impresa su Youtube:
Bertinetto Bartolomeo
Davide è autore del libro 'UltraTrail con il monoallenamento'. Guida
rivolta all'appassionato di distanze estreme a piedi attraverso una
tecnica incentrata sulla minima usura fisica per garantire un
recupero organico ottimale. Per altre informazioni:
Sezioni principali della pagina web dedicata agli ultratrailers: