Sembra un controsenso parlare di velocità in una disciplina incentrata totalmente sull'ultraresistenza! Tuttavia non è un legame così assurdo, infatti anche se in modo limitato è possibile incrementare l'andatura del passo in lunghezze che oltrepassano i 40km in montagna. Certo parlare di raddoppio del passo è quantomeno assurdo se si prende in considerazione un atleta esperto. Sul principiante i margini di guadagno invece sono molto marcati. Con gli anni solitamente la velocità nelle lunghissime percorrenze a piedi si stabilizza in modo pressoché irremovibile. Con i dovuti accorgimenti in fase di allenamento è oltremodo possibile aspettarsi un cambiamento del passo dal 10 al 20% rispetto alla velocità precedente. Non si tratta di esagerazioni ma di un semplice lavoro nel cambio della struttura delle proprie sessioni preparatorie. Concentrarsi sempre su percorrenze chilometricamente più lunghe ad ogni uscita può generare(anzi lo genera certamente) un rallentamento/stabilizzazione dell'andatura.
Le parole che ho appena scritto credo che 'dicano' già tutto, infatti sarà sufficiente un'organizzazione alternata tra lungo/lunghissimo e breve per ottenere un beneficio in termini di chilometri orari... Supponiamo di chiudere un'uscita di 8km, quindi la sessione dopo si passa a 16km. Ancora 8km e poi quella dopo ancora 24km, così regredendo a 8 per affrontarne una nuova la volta dopo di 35km. A questo punto si riprende tutto da capo.
Una tecnica che mi aveva fatto migliorare di un abbondante '1 km/h' sulla media al Trail del Monte Casto nel 2016! Inoltre cala molto il livello di stanchezza visto che esiste sempre la tregua dell'allenamento breve tra una sessione e l'altra. In quella breve però non è tutto 'rose e fiori', infatti sarà di assoluta importanza tenere un passo molto spedito. Mentre nelle percorrenze chilomentricamente maggiori non sarà necessario pensare a fare in fretta perché tutto avverrà in modo spontaneo. L'alta velocità degli 8km avrà delle ricadute del tutto inconsce per l'utente anche su distanze maggiori, permettendo così di chiuderle in tempi via via più brevi!
Ora sto riprovando la strategia che qui descrivo per affrontare la Marementana 2018, per la quale ho ancora qualche mese di tempo, dato che ho iniziato molto tardi gli allenamenti quest'anno, vista una serie infinita di problemi che ho vissuto da un pò di tempo a questa parte...
Tutto nasce dalla motivazione dell'arrivare prima alla metà di un certo giro per migliorare il passo. E' sufficiente credere molto di poter fare meglio nonostante le lunghe distanze ultratrail. La tenacia è la chiave per ottenere qualcosa nei termini sopra spiegati. Si tratta di un puro atto di volontà che il cervello chiede al corpo. Prima di uscire al mattino presto cerco molti pensieri sia di felicità che di rabbia, purché motivanti, e quando sono fuori cerco di mantenere tali idee e ripetermele di continuo. Tutta questa elaborazione mentale serve per evitare di far maturare altre 'visioni avverse'. L'impatto della mente sullo sport è tutto. Mi rendo spesso conto di pensare cose assurde, che se qualcuno le sapesse mi prenderebbe di certo per pazzo! Questo approccio però funziona e anche se si tratta di idee pensate dalla mia testa restano chiuse lì dentro, con la fondamentale funzione di creare grinta e velocità.
La scaletta delle uscite è questa:
1) 8km veloci
2) 16km blandi
3) 8km veloci
4) 24km blandi
5) 8km veloci
6) 35km blandi
- Il ciclo si ripete cercando di migliorare i tempi nelle uscite lunghe ma blande.
Aggiungo che la settimana prima della gara sarà bene usare il giro breve e veloce per incentivare il passo e non creare stanchezza nel pregara!
La Maremontana l'avevo già provata l'anno passato e quest'anno sono molto curioso di scoprire se grazie alla strategia di questo articolo riuscirò a fare meglio, sempre usando l'immancabile tecnica del Monoallenamento settimanale per l'ultratrail.
Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai
miei articoli ultratrail e trail: