Sono
anni che pratico e leggo di Ultra-Trail ed in questo articolo voglio
scrivere di una situazione particolare che ho vissuto in prima
persona, della quale sono sempre stato scettico fino a quando erano
altri a raccontarmela... Questo è proprio il caso dell'addormentarsi
mentre si corre! Sembra
un'assurdità invece si tratta della pura realtà, in una situazione
di percorrenza con durata superiore alle 24 ore.
L'ultratrail
è notoriamente uno sport duro e molto spesso si enfatizzano le
difficoltà per renderlo ancor di più un'attività per pochi. Questo
è sempre stato il mio pensiero nei riguardi della addormentarsi
durante la percorrenza... Credevo fosse solo un falso mito ma quanto
mi sbagliavo.
Un
anno però ho partecipato all'edizione 2013 dell'Ultra Trail du Mont
Blanc e dopo le prime 30 ore di percorrenza ininterrotta sono
sopraggiunte le prime necessità di dormire. Anzi i primi veri e
propri momenti di sonno. Attenzione però non mentre mi fermavo per
riposare qualche istante ma mentre ero nel pieno dell'attività di
corsa! Sentivo diventate i pensieri sempre più reali mentre
procedevo senza fermarmi. Talmente reali che ad un certo punto si
trasformavano in sogni ad occhi aperti. A quel punto la connessione
con la realtà vacillava ed il mondo vero
diventava quello prodotto dal mio cervello, perdendo completamente la
connessione con l'ambiente intorno a me. Il problema era che
l'informazione inviata precedentemente alle mie gambe era quella di
continuare a correre e quindi senza mai disattivarsi hanno continuato
nel loro lavoro imperterrite, anche se la mente non le governava più!
Dopo
vari richiami da parte di altri concorrenti e membri dello staff ho
realizzato che bisognava studiarsi qualcosa per recuperare senza
perdere troppo tempo. Anche perché la situazione poteva diventare
pericolosa per capitomboli rovinosi, sbagli di strada o perfino
cadere dall'orlo di un dirupo...
In
quella notte ho visto molti concorrenti accamparsi in alta quota in
luoghi di fortuna all'aperto. Ritengo però che quegli atleti
difficilmente abbiano terminato quei 168km dato che la temperatura
notturna in alta quota può diventare davvero bassa, fattore unito ad
un metabolismo già pregiudicato e ad una stanchezza mentale
altissima. Non Volevo fare quella fine dopo tutti quei sacrifici.
Ho
tenuto quindi duro fino al primo accampamento riscaldato e lì con
zainetto dietro la nuca, gente ovunque, mi sono finalmente riposato.
Attenzione però, non potevo di certo lasciarmi crogiolare nel sonno
svegliandomi la mattina dopo! Quindi con orologio al polso ho
programmato la sveglia perché suonasse 10 minuti dopo. Il primo
microsonno era fatto!
Una
strategia particolare che fa capire che il sonno non ricarica tanto
per la sua quantità ma per la sua qualità.
Infatti dopo una grande distanza come quella delle mie prime trenta
ore all'UTMB senza mai fermarmi, appena mi sono coricato la mia mente
è caduta in uno stato di vera catalessi lunga solo dieci minuti,
tanta che era la stanchezza accumulata. In quel lasso di tempo credo
di aver sognato di tutto, come se avessi dormito per ore ed ore del
sonno ordinario. Al suono della sveglia(senza sarebbe stato
impossibile risvegliarsi in tempi utili) mi sono immediatamente
riattivato, pronto per ricominciare il tragitto. Ho avuto autonomia
per oltrepassare un intero colle(circa 4 ore). Poi segnali
dell'incombente necessità di un microsonno stavano tornando
prepotentemente, tanto che avevo nuovamente iniziato ad addormentarmi
mentre correvo. Inoltre vedere un corrente ancor più stanco di me
svegliarsi improvvisamente e terrorizzato sull'orlo del dirupo mi ha
fatto capire che dovevo assolutamente approfittare del prossimo
capannone riscaldato per evitare guai. Arrivato lì una nuova
microdormita di dieci minuti con sogni ultra concentrati avevano
rigenerato il mio cervello e fisico. Quella seconda dormita mi aveva
preparato per essere proiettato verso il traguardo. Un po' per la
foga dell'imminente prossimo arrivo nelle 8 ore successive e in parte
per quel secondo sonno, il tutto unito all'albeggiare, non mi sono
sentito mai più stanco fino alla conclusione di quel UTMB.
Quando
racconto ad altri di questa esperienza la gente stenta sempre un po'
a credere che ho dormito solo 20 minuti in quasi 42 ore di
percorrenza con forti dislivelli. Nonostante ciò è proprio quello
che è successo.
Si
tratta di tutta esperienza acquisita, facilmente applicabile ad altre
situazioni di percorrenza estrema, lunghe alcuni giorni...
Come
ho scritto in principio, non avrei mai pensato di vivere quella
situazione così strana. Assomiglia un po' a quando si guida l'auto
ma sopraggiungono pericolosamente colpi di sono e nonostante ciò si
continua ad andare avanti senza rendersene conto. Nella corsa a piedi
è più strano dato che non siamo portati avanti passivamente ma sono
le nostre gambe a continuare a muoversi per i sentieri montani,
percorrendo molti metri, senza averne il ricordo per via del cervello
addormentato!
La
prima volta in una conferenza sull'edizione zero del Tor des Geants
avevo sentito il relatore riportare alcuni riferimenti
sull'argomento, però non ero riuscito a coglierne pienamente il
senso dato che non li avevo mai vissuti personalmente, purtroppo.
Certo
gli atleti più veloci forse si pongono meno questo problema dato che
riescono a chiudere gare ultratrail nella metà del tempo della
maggior parte del resto dei partecipanti. Tale capacità non è però
appannaggio di tutti e gestire saggiamente una gara che dura diversi
giorni può fare la differenza anche sull'arrivare o meno al
traguardo. Qui non si tratta di avere oppure no gambe buone, avere
l'approccio mentale giusto o chissà cos'altro. Nella situazione di
sonno durante l'andatura si perde la connessione con il mondo
entrando in una situazione onirica. Per questo forse non tutti sanno
che il sogno è legato ad una situazione di profondo sonno, la
cosiddetta fase REM e tale circostanza, in una situazione normale
dura pochi istanti in una notte intera. E' interessante notare che in
condizione di stanchezza estrema come quella indotta dall'ultratrail
si può verificare molte volte consecutive!
Sarebbe
masochistico ricercare appositamente tale situazione in allenamento,
credo però che sia bene prepararsi a priori se si affronta una gara
particolarmente lunga con cancelli orari stretti, organizzandosi per
intraprendere la competizione nel migliore dei modi proseguendo ad
oltranza. Non dico che con il microsonno si potrà risolvere il
problema della stanchezza. Questa rimarrà ed aumenterà con il
proseguimento. Sarà però il microsonno una situazione 'tampone
provvisoria' per poter dedicare la maggior parte del tempo possibile
all'andatura e non al dormire, ottenendo un buon equilibrio tra le
due condizioni.
Sezioni principali della pagina web dedicata agli ultratrailers:
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