Inizio questo nuovo articolo in un modo
un po' particolare prima di stilare un resoconto della mostra dedicata alle distanze estreme presso la Cappella Marchionale
di Revello. Infatti in tre giorni di permanenza in quel antico e
bellissimo locale ho studiato per forza di cose, ogni dettaglio...
Per me è stato entusiasmate scoprire che posizionandosi ad osservare
le due vetrate della Cappella, a seconda di dove si staziona, si
vedono da entrambe sempre dei luoghi chiave già presenti alla data
della sua costruzione, almeno secondo le raffigurazioni di allora del
paese.
Così appoggiando esattamente i piedi
contro lo scalino, restando esattamente in centro si possono vedere
contemporaneamente sia la chiesa di Santa Sofia dalla finestra di
sinistra e quella di San Biagio a destra(ora coperta dalla
vegetazione). Quindi andando sul lato destro in visione del campanile
delle ore, in direzione dei ruderi del castello e spostando lo
sguardo verso la finestra di sinistra si riesce a vedere
contemporaneamente il campanile piccolo di San Michele, nella esatta
direzione della Cappella di San Leonardo. Quindi posizionandosi
esattamente sul lato opposto di sinistra si osserva a il campanile di
piazza Denina e voltando lo sguardo sulla finestra di destra si può
vedere il forte del Bramafam. Davvero impressionante!
Segue schema:
Dopo questa particolare introduzione sul locale che ha ospitato la mostra sulle distanze estreme veniamo ad alcuni dettagli in più... L'afflusso di gente è stato graduale anche se corposo nei giorni di venerdì e sabato. Alla domenica invece l'afflusso è sfuggito di mano tanta era la gente che veniva ad osservare le 'gesta possibili' con il Monoallenamento settimanale nel campo delle distanze estreme.
Dopo questa particolare introduzione sul locale che ha ospitato la mostra sulle distanze estreme veniamo ad alcuni dettagli in più... L'afflusso di gente è stato graduale anche se corposo nei giorni di venerdì e sabato. Alla domenica invece l'afflusso è sfuggito di mano tanta era la gente che veniva ad osservare le 'gesta possibili' con il Monoallenamento settimanale nel campo delle distanze estreme.
Mi colpisce sempre quando la qualcuno mi
dice che 'a loro non basta una volta alla settimana' per preparare
distanze estreme a piedi. Ovviamente controbatto sempre mostrando
l'evidenza delle mie imprese negli ultimi dieci anni concluse
unicamente con l'uscita singola settimanale(la mostra è servita anche a dare l'esempio pratico sulle possibilità reali efferte dal Monoallenamento). A loro volta queste
persone ingenuamente insistono con la loro opinione evidenziando che io mi alleno
molto su altre discipline, scordano però che la maggior parte delle
mie avventure a piedi viene svolta d'estate, periodo in cui l'allenamento in
palestra è davvero esiguo visto che i corsi fitness si fermano
sempre a fine maggio nel mio centro. Per me questo scetticismo iniziale non è altro che l'ulteriore evidenza di speculazioni infondate legate alla pura paura di provare
con il Monoallenamento, probabilmente con alla nascita un'insicurezza
di fondo che per molti atleti cerca di essere colmata con il motto
del 'di più è meglio'. La soluzione ad alta frequenza per i più non è nient'altro che
l'anticamera dell'infortunio cronico, che prima o poi porta
all'abbandono della pratica ultratrail. Ovviamente i campioni per
varie caratteristiche genetiche personali sono particolarmente dotati
e riescono a recuperare anche da duri allenamenti multipli, loro
quindi escono dallo schema di possibilità della persona normale.
Allenarsi come un campione non ti trasforma in un campione, sarebbe
troppo facile!!! E' un fatto di 'base fisica' differente... Molte
persone tentano la via dell'esagerazione per rovinarsi addirittura
prima di arrivare alla gara ultra!
Dopotutto il Monoallenamento è una
tecnica altamente specifica per la preparazione ultratrail che
rispetta i tempi di recupero sia organico che psicologico. Infatti non è
affatto specifico nell'ultratrail fare tre quattro allenamenti a
settimanali da 10 km ciascuno per diventare capaci a chiudere percorsi
di 100 e più chilometri in soluzione unica durante la gara. Mentre prodigarsi una
volta alla settimana in allenamenti di tipo trail o ultratrail che
oscillano tra i 20 e gli 80km con cadenza settimanale, rappresenta una soluzione decisamente
specifica di allenamento per portare a termine lunghissime percorrenze a piedi e
quindi nei giorni successivi godersi un recupero attivo, cimentandosi
con altre discipline che completano la preparazione fisica in modo differente dalla corsa... Nel libro sul Monoallenamento si parla molto di
recupero organico attivo e non di sedentarismo tra le uscite
ultratrail di preparazione!
Nella mostra Revellese il mio intento
era principalmente quello di sensibilizzare il pubblico al come si
può arrivare a chiudere percorsi imponenti chilometricamente senza
danneggiare il fisico!
Lo sport deve essere portato avanti per il rispetto della salute e troppe volte l'agonismo porta ad esagerazioni con allenamenti inutili che danneggiano il fisico del praticante distogliendolo dal divertimento di fare movimento. Il Monoallenamento non è nient'altro che la soluzione meno invasiva per praticare trail ed ultratrail per tutta la vita, senza farsi mai male.
Sezioni principali della pagina web dedicata agli ultratrailers:
Lo sport deve essere portato avanti per il rispetto della salute e troppe volte l'agonismo porta ad esagerazioni con allenamenti inutili che danneggiano il fisico del praticante distogliendolo dal divertimento di fare movimento. Il Monoallenamento non è nient'altro che la soluzione meno invasiva per praticare trail ed ultratrail per tutta la vita, senza farsi mai male.
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